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venerdì 13 marzo 2020

La Teoria dei 5 Movimenti e i 5 Kata Heian


>MTC E ARTI MARZIALI – LA TEORIA DEI 5 MOVIMENTI E I 5 KATA HEIAN DEL KARATE-DO<
“Il modo con cui si fa una cosa è indice del modo con cui si fa ogni cosa” Detto giapponese


Gli spunti di riflessione che si trovano nel Dojo sono molteplici, a volte criptici, bisogna saperli cogliere e, magari, ci si accorge del suggerimento del Maestro solo in un secondo tempo, altri molto espliciti, richiedono una riflessione immediata e una altrettanto immediata risposta.
La Via del Karate è questa, non già pratica di acquisizione (accumulo) di conoscenze e tecniche, bensì pratica di liberazione intesa come una pulizia in sé, un togliere osservandosi, per giungere all’essenza (illuminazione?) del gesto o della conoscenza. La continua ricerca, verso la quale il Maestro pazientemente ci spinge, è proprio trovare questa gemma primordiale e, quel sabato pomeriggio, durante uno dei nostri stages di approfondimento teorico/pratico: “Chissà se gli Antichi Maestri associarono i 5 Kata Heian ai 5 Movimenti della Medicina Orientale? Provate ad associare ogni Kata ad uno specifico Elemento/Movimento”, la mia Vita prese una piega differente; quella domanda condizionò le mie scelte future e, in un certo senso andò ad accendere la mia ricerca personale, la mia Liberazione.
Facciamo un passo indietro e vediamo con precisione, ma senza dilungarci troppo, di cosa stiamo parlando.

- La Teoria dei 5 Movimenti
La Teoria dei 5 Elementi o Movimenti (Wu Xing Xue) è, nella storia della Medicina Cinese, successiva a quella relativa allo Yin/Yang e si è sviluppata nella stessa scuola filosofica durante il periodo degli Stati Combattenti (476-221 a.C.), anche se i primi riferimenti risalgono alla dinastia Zhou (1000 – 770 a.C). inizialmente non fu sempre utilizzato il termine Movimento, ma “Sedi di Governo” o “Abilità”, infatti, un testo risalente agli Stati Combattenti recita: “Il Cielo invia le Cinque Abilità e il popolo le impegna”; o ancora, alcune correnti di pensiero definirono addirittura 6 Sedi di Governo, adducendo ai Cereali, la definizione di sesto elemento.
Come sempre, quando si riferisce a teorie così antiche e, soprattutto, a luoghi dove il misticismo e il mistero hanno sempre condizionato l’acquisizione di informazioni, il reperire fonti certe è piuttosto complicato, ma di indubbio fascino è il confronto con una cultura così vasta e particolare.
Analizzando il termine “Wu Xing Xue” vediamo come sia la combinazione di tre espressioni:
- Wu, che significa cinque;
- Xue, che significa teoria;
- Xing che può essere tradotto come fase, processo, movimento.
In realtà, il significato profondo di “Xing” non viene espresso da nessuna di queste definizioni, infatti il termine, al suo interno, contiene l’indicazione di un qualcosa di ciclico, una sorta di riferimento alla possibilità di cambiamento di un fenomeno naturale; ecco perché in alcuni testi si trova l’indicazione di “Mutamento”. Per questo motivo anche il termine “Elemento” non è traduzione fedele, in questo caso viene posto più l’accento sull’aspetto sostanziale-materiale, piuttosto che su quello ciclico-funzionale; generalmente, comunque, il termine “Movimento” è quello più utilizzato.
Da un punto di vista prettamente pratico, l’importanza dell’applicazione di questa teoria e di quella Yin/Yang, risiede nel fatto che rappresentano un punto di svolta nello studio della Medicina Orientale, disegnando il confine tra un approccio “sciamanico”, dove le cause di malattia si cercano nel sovrannaturale, ed uno “scientifico”, dove l’osservazione della Natura e una mirata fusione di approccio induttivo e deduttivo, si uniscono per interpretare ed applicare i processi della Natura stessa allo studio delle malattie.
I Cinque Movimenti sono:
- Acqua (Shui)
- Fuoco (Hun)
- Legno (Mu)
- Metallo (Jin)
- Terra (Tu)
La Teoria dei Cinque Movimenti classifica la maggior parte dei fenomeni naturali in 5 categorie e, pur essendo piuttosto rigida per poterli interpretare tutti correttamente, ha però il pregio di poter essere utilizzata nella diagnosi, nella eziopatogenesi e nella terapia.
Non entrerò nello specifico della Teoria e del suo utilizzo, non è questo lo scopo dello scritto, ma questa introduzione mi sembrava più che doverosa, così come molto importante è definire le caratteristiche di ogni “Movimento”, in modo da poterli associare alle caratteristiche di ogni Kata Heian.
- Fuoco: massimo dello Yang, luce e calore, estate, sud,mezzogiorno, massima attività, trasformazione della materia in energia, movimento verso l’alto. Organi e visceri associati: Cuore e Intestino Tenue.
- Acqua: massimo dello Yin, buio e freddo, inverno, nord, mezzanotte, deposito, massima coesione della materia, movimento verso il basso. Organi e visceri associati: Reni e Vescica.
- Legno: passaggio dallo Yin allo Yang, dal buio alla luce, primavera, est, mattina presto, nascita, crescita, fase di accelerazione, movimento di espansione, vento. Organi e visceri associati: Fegato e Vescica Biliare.
- Metallo: passaggio dallo Yang allo Yin, dalla luce al buio, autunno, prima serata, ovest, raccolta, decelerazione, interiorizzazione, secchezza. Organi e visceri associati: Polmoni e Intestino Crasso.
- Terra: non corrisponde ad una specifica stagione; essendo alla base di ogni trasformazione  e il centro, attorno al quale queste ultime ruotano (periodo interstagionale). In alcuni testi, vista la posizione  fra Fuoco e Metallo, viene definita “Tarda Estate”. Nutrizione e trasformazione, neutralità, stabilità ed equilibrio, umidità, tardo pomeriggio. Organi e visceri associati: Milza(Pancreas) e Stomaco.
A questo punto, definita brevemente la Teoria dei 5 Movimenti, passiamo a dare un’occhiata a ciò che rappresenta il Kata per il Karate Do e proviamo ad individuare il significato dei 5 Kata Heian, per vedere se e come poterli associare al ciclo di mutamento della Medicina Tradizionale Cinese.

- Kata
In giapponese la parola “Kata” ha due significati principali:
- Forma: etimologicamente “tracciare con il pennello una somiglianza esatta”;
- Stampo: etimologicamente “forma originale fatta di terra”. Come il precedente anche questo ideogramma ha, da molto tempo, il significato di “traccia lasciata”, “forma ideale”, “legge, “abitudine”.
La parola Kata evoca dunque l’immagine di una forma ideale da riprodurre , ma non avendo equivalenti nel pensiero occidentale, la nozione che racchiude resta intraducibile.
Il Maestro Kenji Tokitsu propone una definizione di partenza di ciò che il Kata rappresenta nelle Arti Marziali: “sequenza composta da gesti formalizzati e codificati, sottesa da uno stato di spirito orientato  verso la realizzazione della Via (Do)”.  Per la cultura nipponica “realizzare la Via” è raggiungere la tecnica perfetta, che è quella dell’uomo perfetto.
Il Kata è, dunque, retaggio della tradizione e giunge al praticante tramite il Maestro; visto da fuori rappresenta una sequenza di tecniche marziali coordinate in uno schema di combattimento predefinito contro uno o più avversari immaginari, interiormente, invece, è uno strumento di arricchimento personale, un faro che illumina il cammino sulla Via.
L’acquisizione del Kata, la sua interiorizzazione passa attraverso tre fasi:
- Schema: comprensione della corretta sequenza delle azioni;
- Forma: una volta imparato lo schema, bisogna “riempirlo”: il giusto ritmo, la giusta intensità, la presenza di spirito, il “Kime” (manifestazione del Ki, energia vitale);
- Efficacia: ultimo step è donare sostanza alla forma, farcirla con la propria personalità e renderla reale, pulendola da tutto ciò che ne possa bloccare l’efficacia. Quest’espressione nascerà spontanea da un’attenta e costante pratica; è il tendere alla “realizzazione della Via”.
Il Kata, quindi, deve aiutare a realizzare in forma perfetta un insieme di movimenti trasmessi dalla tradizione. Questo orientamento si ritrova in ognuna delle arti tradizionali giapponesi. La perfezione ricercate si ottiene grazie all’unione di tecniche gestuali e di una predisposizione di spirito che consiste nel seguire la Via. Nel KarateDo, l’essenziale del sapere è condensato nei Kata.
- I Kata Heian
Nebulosa e molto coinvolgente la storia di questi 5 particolari Kata.
Ci stiamo riferendo, ovviamente, ai Kata Heian dello stile di Karate “Shotokan” del Maestro G. Funakoshi.
Heian: “pace dello spirito”. Il termine deriva dall’unione di due parole: Heiwa e Antei (pace e tranquillità) e, al fine di rendere evidente questo significato, iniziano tutti con una parata). Si trovano anche in altri stili (con piccole differenze) con il nome originario di Pinan.
Ecco. A questo punto è opportuno aprire una piccola parentesi.
I Kata Heian/Pinan fuoro creati da un Maestro Okinawense di nome Itosu Anko, verso la fine del 1800 con lo scopo di modernizzare il Karate dell’epoca (metodi di allenamento datati e poco organizzati) e renderlo adatto ad una società in via di sviluppo. Il nome di Pinan, venne modificato qualche anno più tardi dal Maestro Gichin Funakoshi (studente di Itosu) durante l’introduzione del Karate in Giappone.
L’idea di Itosu era dunque quella di una riorganizzazione della caotica introduzione al Karate dei principianti, semplificando al contempo la transizione verso i Kata di livello avanzato classici di Okinawa (Passai, Naifanchi ...); un’idea ambiziosa, geniale e coraggiosa che permise al Maestro di fare qualcosa che mai era riuscita a nessuno: all’inizio del 1900 venne chiamato ad insegnare Karate a scuola.
La campagna di Itosu (e del suo allievo, Funakoshi) culminò nell’inclusione del karate tra le attività fisiche ufficiali del sistema scolastico di Okinawa, per poi diffondersi in tutto il Giappone “continentale”, dando vita a club scolastici universitari, gare, metodi di insegnamento di massa, gradi, cinture, stili nuovi e diversi, ecc ... ed in seguito in tutto il mondo.
Evidenziata l’importanza epocale e il significato storico/sociale di questi Kata, torniamo per un attimo al nome.
Come ho ricordato in precedenza in genere il termine Heian viene tradotto con “Pace dello Spirito o con Pace e Tranquillità” o, da qualcuno con “Menta Calma”; questo è ciò che si trova più spesso in letteratura. Recentemente da una ricerca del Maestro Jesse Enkamp, è possibile far risalire l’originario kanji cinese Pinan al termine “Pingan” che significa “Esser protetti dal pericolo”, “oppure Stare al sicuro”. Analizzando questa ultima definizione acquista altra luce la dichiarazione del Maestro Funakoshi, secondo il quale bastava apprendere i 5 Kata Heian per avere delle basi di difesa personale; intanto probabilmente il Maestro intendeva entrare nel profondo del Kata, studiarlo e comprenderne il senso fino in fondo e non semplicemente eseguirlo correttamente e poi, forse, questo poteva garantire una certa “protezione” dagli attacchi degli avversari.
La ricerca in questo ambito è molto interessante, ma tutto sommato, qualunque sia il significato inteso dai Maestri, non cambia il fatto che quotidianamente ci si debba mettere al lavoro e seguire la nostra (ognuno la propria) “Via” e, come diceva Miyamoto Musashi “Praticare senza tregua”.


I 5 Movimenti e i 5 Kata Heian

Anche in questo caso, storia e leggenda si fondono e un alone di mistero cala sui protagonisti della nostra storia. Pare che i Maestri Itosu e Funakoshi oltre ad essere valenti studiosi di Arti Marziali, coltivassero un intenso interesse per lo studio dei classici cinesi; i 5 Kata, per qualcuno estrapolati dai Kata superiori Kushanku e Passai (Bassai), per altri derivati dal Kata Channan (forma imparata da Sokon Matsumura, Maestro di Itosu, presso il tempio Shaolin), vennero ideati e “assemblati” seguendo alcuni principi dettati da una cultura filosofica di chiara matrice cinese ed olistica.
Alcune ricerche riferiscono che i 5 Kata Heian siano stati progressivamente improntati secondo la Teoria dello Yin/Yang, della quale il maestro Funakoshi era (pare) accanito studioso.
Alcuni storici del Karate si spingono a ritenere che i Kata dispari (Heian Shodan, Haian Sandan e Heian Godan) abbiano, per posizioni e per ragioni tecniche, caratteristiche Yang, mentre quelli pari (Heian Nidan e Heian Yondan)  caratteristiche Yin (sembra che sia questo il motivo per cui vennero invertiti i due Kata Heian Shodan e Heian Nidan dall’antica sequenza Pinan). Non entro nello specifico; io non mi spingerei a tali affermazioni che sono, comunque, tutte da approfondire.
Però.
Allora forse il nostro Maestro aveva ragione (ha sempre ragione) ... gli antichi Maestri hanno proprio scelto il numero 5 per i Kata Heian per associarli ai 5 Movimenti?
È una scommessa che possiamo rischiare di giocare.
Quando il Maestro propose il “gioco”, questi furono i miei abbinamenti:

- Heian Shodan – Acqua
- Heian Nidan – Fuoco
- Heian Sandan – Terra
- Heian Yondan – Legno
- Heian Godan – Metallo
Oggi, dopo aver approfondito sia lo studio dei Kata, sia quello della MTC:
- Heian Shodan – Acqua
- Heian Nidan – Legno
- Heian Sandan – Terra
- Heian Yondan – Metallo
- Heian Godan – Fuoco

Domani, chissà?
SL.A.

Bibliografia:
Tapenshu – Funakoshi Gichin a cura di P. McCarthy – International Ryukyu Karate Research Society – 2016
Il Sogno del Karate – Funakoshi Gichin – Ed. Mediterranee 2010
Storia del Karate – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Kata – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Karate Do La via della Mano Vuota a Finale Ligure – AA.VV. – Stampato in maniera indipendente – 2012
Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese – Bottalo-Brotzu – Xenia edizioni – 2018
I Fondamenti della Medicina Cinese – Maciocia – Ed.Edra – 2017
Sitografia:
www.karateka.it
www.karatechiari.com
www.karate-do.it
www.karateivrea.it
www.karate-shorin-ryu-piemonte.webnode.it
Immagini tratte da:
www.iobenessere.it
www.karateportotorres.it
www.karateka.it
www.ilguerriero.it
www.visionealchemica.com
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