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lunedì 20 aprile 2020

Mascherine, Indennità e altre Favole Moderne

>MASCHERINE, INDENNITA’ E ALTRE FAVOLE MODERNE<

Finale Ligure 20/04/2020
Sonnecchiante giornata, uggiosa, grigia e, in questa bolla reclusoria che dura ormai da quaranta giorni, tutto pare scorrere più lento del normale, quasi fossimo in una dilatazione anomala dello spazio/tempo, una sorta di vuoto temporale dove disegnare una realtà alternativa.
Vista da questa angolazione, estrema, ma tutto sommato possibile a livello quantistico, un Federico sta vivendo la sua “vita normale”, lavoro, studio, famiglia, ecc ..., mentre un altro, lo scrivente di questa arzigogolata follia, è prigioniero in casa, circondato da canti disperati dai balconi e sgrammaticati manifesti di finto ottimismo, minacciato da droni di sicurezza e agenti di polizia in quad, vessato da “Sceriffi da finestra”, spie venute dal freddo, dall’occhio rapido e dall’altrettanto rapido dito delatore sul web, raggirato da trasmissioni televisive dall’improbabile nome “I numeri della pandemia”, obbligato a comunicare esclusivamente tramite schermi e monitor (“Call” verrà chiamato questo metodo da quelli bravi), schiavo delle decisioni della protezione civile (🙈) e di un governo fantoccio ed incompetente dove più grandi sono i conflitti di interesse e maggiore è il diritto alla parola; scenario apocalittico di un romanzo fantascientifico degno del miglior Asimov o del più cupo Ballard.

In questa realtà, dove la pigrizia mentale diventa patrimonio della civiltà e rimanere tappati in casa sembra essere la panacea di tutti i mali e non, come nell’altra un viatico certo per problematiche di salute (!), tutto pare ruotare intorno all’efficienza di un ente fantasma, ormai in bancarotta da decenni, ma ancora in grado di promettere soldi, ed essere  creduto; alla generosità delle banche (scusate, mi fermo un attimo per ridere) capaci di erogare prestiti a tre zeri, ma che dico erogare, regalare prestiti a tre zeri; e all’abilità distributiva delle amministrazioni locali (ossimoro) garantita dalla qualità e comprovata celerità delle Poste Italiane, di simpatiche, quanto inutili, mascherine sanitarie.
Il Federico di questa “realtà alternativa”, non lavorando da quaranta giorni, si affida a questa ridicola giostra mediatico/esibizionistica, questo Freak Show dei tempi moderni, non carico di aspettative, ma con un misto di curiosità e disgusto, sentimenti contrastanti, forse, ma autoctoni nel suo animo in questo periodo.
Curioso, perché il caleidoscopio di personaggi, attori e comparse di questa pantomima, è favolosamente ricco di spunti, con reazioni diametralmente e incomprensibilmente opposte su tematiche centrali ed importanti; schifato per la pochezza organizzativa, la strategia intimidatoria e il vomitevole utilizzo dei media nell’effettuare un “brain washing” violento, sulla popolazione.
Inutile sottolineare come, stranamente, le cose non funzionino proprio come promesso (soldi in ritardo, mascherine disperse, prestiti della banche con tanti se e tanti ma), ma d’altronde, essendo una realtà alternativa, non c’è nulla da preoccuparsi, vero?
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Finale Ligure 20/04/2021

“Sono tranquillo. Piove e, sciolto, decontratto e reattivo, mi muovo a passi svelti sul selciato. Taglio abilmente le curve, conosco le strade a memoria. Non temo i droni e le robotiche guardie armate, sono più veloce e, soprattutto, più abituato al movimento rispetto a loro; salto con agilità le barriere in plexiglass che circondano gli ombrelloni in spiaggia, noi Ribelli le chiamiamo “Serre”,  ne abbatto un paio, tanto per far vedere chi comanda “sulla strada” e riparto. Non temo le spie da balcone, sono gli stessi, flaccidi e pachidermici che, seduti ai bar, grigi, come la cenere delle loro sigarette, provavano a mettermi a fuoco quando passavo durante i miei allenamenti, rido, ho condotto, con disciplina ferrea, anni a forgiare il mio corpo, la mia mente, il mio spirito a questa evenienza, ho corso, sollevato, spinto, colpito con pugni e calci, urlato al vento, meditato chiuso in me stesso; sopporto il dolore, spingo i miei muscoli allo spasmo, respiro a tutta bocca, no maschere, no filtri, no barriere: libero come un animale selvaggio mostro il sedere alla telecamera di controllo; non ho il marchio, “la puntura”, il segno del vaccino obbligatorio che permette (con mascherine omologate, guanti certificati e senza contatto tra le persone) di circolare per le strade e quindi non possono tracciarmi; mi sento inspiegabilmente libero e, di questi tempi, è un lusso enorme.
Incontro altri come me, “Ribelli”, ci abbracciamo, ridiamo, uniti, insieme.
Non abbiamo paura di morire.
<Non è come nasci, ma come muori che rivela a quale popolo appartieni> Alce Nero.

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Finale Ligure 20/04/2020
Apro la cassetta della posta. Non so in che realtà mi trovi.
Non ci sono mascherine. Un ghigno si disegna sul mio volto. Meglio così, tanto non la metterei comunque.
Fede
 
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