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sabato 28 marzo 2020

ADDOMESTICATI


>ADDOMESTICATI<
“Gli elefanti al circo, da piccoli, vengono legati con una zampa ad un palo infilato nel terreno. Provano con tutta la loro forza a liberarsi, ma non riescono. Quando crescono e, con facilità, potrebbero strappare il palo dal terreno e scappare, non provano più a farlo, perché credono di non riuscire”.
Ieri mattina, 27/03/20, sono andato nella MIA palestra.
Per gli infaticabili controllori della morale e della salute pubblica (qui potrei aprire un libro, perché me li vedo alla finestra con la siga in bocca ... ma lascio stare), erano le 6 scarse, sono entrato in macchina davanti a casa mia, vialetto e parcheggio privato e, dopo alcuni minuti di guida spericolata, alla Jean Alesi diciamo noi anziani, per le strade deserte, sono giunto a destinazione, uscendo dal “bolide” proprio davanti alla porta della palestra, con parcheggio privato, ovviamente.
Tecnicamente i miei piedi hanno incontrato il suolo solo in prossimità di edifici di mia proprietà (un cazzo, sia casa sia palestra sono in affitto), comunque, avevo bisogno di una cosa che era rimasta lì, 18 giorni fa, e sono andato a prenderla.
L’impatto è stato devastante.
Ho soffocato le lacrime e vorrei dare colpa della mia ipersensibilità all’infausto orario del mattino, ma dubito sia stato solo quello.
Passi il silenzio, passi il buio, passi anche l’assenza di qualsivoglia forma di vita senziente, ciò che ha fatto peggio è stato il vuoto energetico. Mancava aria.
Potrei cercare di spiegarlo in parole semplici, ma non voglio. Come esseri vibranti siamo energia in continuo scambio con l’ambiente e tra di noi; la reclusione impone delle barriere a questo scambio, barriere che ci costeranno carissime nel tempo a venire (qualcuno sta già pagando); anzi, a pensarci bene anche il tempo entra di diritto in questa danza vibratile e, Stile Libero, ieri mattina, era un vuoto di energia e di tempo, tutto immobile in una sorta di anomalia quantistica.
Soltanto il silenzio assoluto della mente può ricevere l’eterno, il senza tempo, il senza nome” (J.K.).
Non racconto questo per farmi compiangere, non m’ interessa, voglio solo evidenziare come un microcosmo (ma ben rappresentativo della popolazione) come la palestra abbia subito un contraccolpo importante a livello energetico; in questi (fino ad oggi) 18 giorni di chiusura totale, lo scambio di energia che normalmente avviene e che fa parte del ciclo di nutrimento del paese, della nazione, del pianeta, ma non solo, dell’intero Universo, in reciproca comunicazione, non è avvenuto; siamo esseri che esprimono la vita in una sorta di risonanza; l’evoluzione è avvenuta (anche) grazie alla socialità (anche grazie al movimento, spesso in socialità, ma guarda un po’), allo sviluppo di un sistema nervoso adatto all’interazione e, tra le altre cose, l’interazione con un numero limitato di persone (un paio di centinaia di persone circa, vedi numero di Dumbar).
La nostra “biologia”, dunque, è stata creata ed è maturata in un ambiente ricco di stimoli, da microscopici (basti pensare al nostro microbiota, i miliardi di batteri, funghi e virus che abitano il nostro sistema digestivo e, con una visione ampia del nostro corpo, formano una sorta di specie mista di cui Homo è solo il 10/15%) ad enormi (ambientali per esempio), costruendo ciò che siamo, umani, bisognosi di competizione, di lotta, di sole, di aria fresca, di contatto e scambio; impossibile forzare questa naturale propensione alla vita (si veda per esempio:  https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26787876/ ).
Non sono favole che racconto io, questa è la Vita da almeno un paio di milioni di anni, per quel che ci riguarda; Energia e Vita, due facce della stessa medaglia, la carenza di una è la carenza dell’altra (ricordate la definizione di Salute? “Capacità di porsi in relazione con l’ambiente e con gli altri, scavalcando i concetti di anatomia e fisiologia, ponendo distanza dall’assenza di malattia, ma esaltando l’espressione di forza creativa universale che ci differenza da un oggetto inanimato).
Proviamo ad immaginare un momento, a livello globale, quello che stiamo subendo, corpo e mente, perché sono la stessa cosa, corpo, mente e Spirito, perché è ciò che ci rende noi stessi.
Un disastro. Mi vengono in mente gli occhi degli animali selvaggi, ormai piegati, che vivono in cattività. Vuoti, tristi, privi di energia.
 
Io scelgo di “rimanere primitivo”; mi muovo a piedi nudi, esco poco vestito al freddo, cerco di muovermi il più possibile, pochi e brevi contatti virtuali, pochi social network, attività cerebrale più ampia e variabile possibile, alimentazione sana e zero farmaci. Tento di limitare i danni.
Per molti queste mie esternazioni non sono altro che farneticazioni di un “folle”, ne sono consapevole e sono anche abituato, ma sono allibito davanti al fatto che per gli stessi molti questo momento di “prigionia” sia diventato un particolare gioco: si inventano slogan, si mettono le luminarie sui balconi, lasagnate come se non ci fosse un domani, catene di ogni tipo e sfide telematiche di ogni risma. Legittimo, per carità ma mi fa venire in mente una storia ...
Immaginate per un attimo di essere nel 1595.
Uno degli ultimi best seller usciti è: “De Morbis Veneficis – Sulle malattie provocate da stregoneria e streghe” autore Battista Codronchi.
Una delle soluzioni paventate dal buon Battista, soprattutto utile a livello preventivo, immagino, è una comoda dormita con il crocifisso sotto il cuscino.
Non c’è nulla da ridere.
Torniamo al 2020.
Quasi 500 anni di differenza, nemici senza dubbio diversi, ma la stessa cieca e ignorante superstizione di fondo, gli stessi rituali di purificazione dell’anima vedono la sostituzione della croce con la boccettina di Xanax, palindromico esorcista dei tempi moderni, fedele compagno delle frenetiche giornate dell’era digitale.
Addomesticati.
Credo di comprendere da dove salti fuori tutto l’ottimismo, diciamo Serenase-mediato , per un post pandemia, post virus, chiamatelo come volete, all’insegna del “volemose bbene”, della rinascita della specie (cit.), del ritrovarsi umani (cit) ... cioè, per farvi capire, c’è gente che boicotta la birra Corona per il nome come quello del virus, cosa c’è da essere ottimisti? C’è gente che lava le zampe del cane con la candeggina dopo la passeggiata o che condivide post dove si inneggia agli elicotteri che lavano dal cielo i paesi e le città, ma cazzo. Queste sono le cose che mi fanno pensare, questa bieca ignoranza, un’ignoranza svogliata, perché oggi ci sono tutti i mezzi e metodi per essere informati seriamente; qualcosa di così violentemente svogliato è INUMANO per definizione, non lo comprendo e mi preoccupa; così come mi preoccupa questa spasmodica corsa ad un farmaco risolutivo, chiusi in gabbie dorate, obnubilati nel pensiero da immagini a luce blu che risciacquano i sensi e predispongono ad una spaventata obbedienza e ad uno squallido sospetto, aumentando ancor più le distanze da un “altro” e da sé stessi.
Restiamo Umani. Resistiamo Umani.
Chiudete tutto e lavorate sul vostro Sé, stimolatevi, un organismo stimolato è più reattivo, ne avrà lo stesso beneficio il sistema immunitario; è quella la chiave, essere più umani per essere più forti anche a livello immunitario;  rimanete connessi col presente e ricercate quella curiosità, quella voglia di scoperta e di messa in gioco tipica della nostra specie.
Non lasciamoci addomesticare.
Non diventeremo più umani dopo la “pandemia”, noi siamo stati Umani; dobbiamo sperare di rimanerlo, almeno un po’.
Fede

Le immagini sono tratte da:
Una rappresenta Stile Libero e mi appartiene

venerdì 20 marzo 2020

HOMO EGOISTICUS


HOMO EGOISTICUS
<Andare a correre VS Non andare a correre>
Analisi semiseria di una situazione potenzialmente seria, diventata decisamente ridicola.
Parto dal presupposto che considero la decisione (più o meno ufficiale, in alcune regioni più, in altre meno, in altre così così, all’italiana, insomma) di evitare l’attività motoria all’aperto, soprattutto nella sua forma più soft, come la camminata, una banalità (leggasi piattezza sgradevole). Non tanto per la discutibile norma, quanto piuttosto per i modi e i tempi con la quale è avvenuta, ma soprattutto per lo strascico polemico che si è portata dietro.
 
Ora provo ad argomentare questa mia esternazione non richiesta.
Premessa 0: l’emergenza COVID-19 è una cosa seria affrontata in maniera risibile. A fronte di, al momento in cui scrivo, 20/03/20 ore 1540, 41035 contagi (di cui circa il 50% localizzati in una sola regione d’Italia o poco più) 3405 morti (e il mio pensiero va alle famiglie, devastate dal dolore, che non hanno nemmeno potuto accompagnare i loro cari fino all’ultimo saluto) e 4440 guariti [scienzainrete.it – Johns Hopkins University], l’intera struttura sanitaria (e quindi non salutogenica, per definizione) italiana è al collasso, soprattutto nella regione simbolo dell’economia e prosperità del nostro paese. Si discute di mascherine home made (inutili, anzi dannose, proprio perché inutili), si fomenta una paura da peste manzoniana (dannosissima, per ripercussioni sui sistemi di difesa del corpo e direttamente sul polmone, organo bersaglio della patologia, come ben argomentato da studi PNEI recentemente e dalla saggezza della Medicina Orientale in passato), vengono proposti messaggi deliranti di chiusure e inasprimenti delle limitazioni senza offrire sul piatto della bilancia soluzioni, mandando a rotoli un’economia già boccheggiante e uno stato psicofisico più che traballante (2,8 milioni di persone depresse in Italia [repubblica.it], 4000 morti/anno per suicidio derivante da depressione [focusonbrain.com]. Un’intera classe di lavoratori sanitari, ospedalieri e (sempre nel dimenticatoio, ma in primissima linea) farmaceutici sta sputando sangue per mettere una pezza sull’incapacità di gestione di un’emergenza che è stata, con un notevole maestria, fatta diventare tale, il governo e le amministrazioni spostano il discorso sul fatto che si possa o meno andare a fare una passeggiata e, panem et circenses, il popolo affamato ... abbocca.
Premessa 1: quando parlo di movimento e salute lo faccio con ASSOLUTA padronanza dell’argomento, sono un’autorità sul campo; non lo dico io, ipse dixit, come persona, lo dicono i fatti, il percorso, il curriculum. Sul fantacalcio, per esempio, non so nulla, quindi taccio; sulle dinamiche da “bar sport”, idem: rimango in silenzio.
In questo caso mi arrogo, perché posso, il diritto alla parola.
Premessa 2: ho smesso da anni di essere rappresentante, in maniera penosa sottolineo, del movimento podistico agonistico; non ho più alcun interesse in gioco in quanto non esiste più la società podistica di cui sono stato presidente; a livello motorio e a livello professionale, ora, mi occupo ESCLUSIVAMENTE di salute.
Lavoro circa 12/13 ore al giorno, un lavoro che adoro, ma che inevitabilmente, tra pratica e aggiornamenti vari, ruba tempo agli affetti e agli altri interessi; in casa ci sto molto bene e questo periodo, se non fosse per il notevole e, credo irrecuperabile disagio economico arrecatomi un po’ disturbante, me lo godo assai.
La mia è, dunque, una fotografia del tutto imparziale della situazione.
Premessa 3: ne ho già parlato. Salute NON significa assenza di malattia; Salute e malattia non è detto siano due facce della stessa medaglia. La definizione del concetto di Salute dell’OMS, sia storicamente sia negli ultimi anni, pone sempre l’accento sul confronto con la patologia, sul silenziamento di essa ... trovo corretto concentrarsi, invece, sulla qualità della vita intesa coma capacità di porsi in relazione con gli altri e con l’ambiente; Salute come energia in grado di poter scambiare, donare e ricevere, rispetto a chi o cosa ci circonda. In Osteopatia Biodinamica, il paradigma Salute scavalca prepotentemente il concetto di anatomia o fisiologia, è espressione della forza creativa universale, di quella forza misteriosa che ci differenzia da un oggetto inanimato. Gli organismi viventi tendono ad entrare in risonanza tra loro e con l’ambiente esterno, con cui scambiano di continuo energia, per salvaguardare la propria omeostasi; la vita è quindi un meccanismo di adattamento continuo e la Salute corrisponde ad una buona risonanza con i propri simili e con l’ambiente circostante.
“Al limite del proprio confine è la Salute”
“Andate a conoscerla. Come? Amate qualcosa con innocenza, una cosa ... ed aprirà una porta che avete chiuso” [Un’Odissea Osteopatica J.Jealuos]

Parole e momenti.

Dicotomia: dal greco, “divisione in due parti”, che si escludono a vicenda. [treccani.it]

Egoismo: dal latino “Ego”, “io”, con la terminazione greca –ismo. Amore vizioso di se stesso, per il quale l’uomo attende solamente all’utile suo, postergando l’altrui. [etimo.it].

Individuo: dal latino “individuus”. Che non si può dividere. In particolare di Uomo. [etimo.it].

I primi passi.
Racconto spesso una storia, quella di Ardi, una “ragazza” di circa 4,5 milioni di anni fa, Etiope di nascita, Primate come ordine, Hominidae come famiglia, Ardipithecus Ramidus come specie.
Nella lingua “Afar”, un idioma parlato in Etiopia e zone limitrofe, il termine “Ramid” significa “Radice”, in tal senso, Ardipithecus Ramidus, come “Radice dell’Uomo”, primo “capostipite” dei nostri antenati. Un po’ perché era, probabilmente, bipede ed eretto, un po’ perché era il resto più antico trovato fino a quel momento (1994). Oggi sappiamo che non è così, Ardi non è la zia più vecchia, ma poco importa, la visione romantica di quel nome colpisce, mi colpisce, per quanto profonda  è la ricerca e, forse, la voglia di un “Uno” iniziale, di un padre e una madre di tutti noi. Individui.
“Il Tao genera l’Uno,  l’Uno il Due, il Due il Tre e il Tre genera i Diecimila esseri.”(Daodejing)
Individui.

Altre parole, altri momenti.

Tifoso: Chi manifesta entusiasmo e viva, talora fanatica, ammirazione per qualcuno o qualcosa (treccani.it). Deriva da “Tifo” riconducibile alla radice sanscrita dhu-  e da qui al greco (thyphos: vapore, fumo), teso a significare una condizione emotiva di agitazione, passione, ardore violento, come se l’animo e la ragione fossero offuscati da impeto fanatico. [etimoitaliano.it].

Ho sempre trovato affascinante immergermi nella profondità della lingua italiana per dare un significato, non già alle parole, bensì ai momenti di vita, evidenziandoli con termini particolari e, a parer mio, emblematici. Il significato etimologico ha il pregio, come se fosse la costruzione di un ideogramma, di disegnare perfettamente la situazione e, come per magia, renderla più chiara, quantomeno ai miei occhi.
Quindi, 20 marzo 2020
I casi sono due, o mi richiudo nel silenzio completo della mente (e sarebbe la soluzione più pratica, ma non sono ancora in grado) o sfrutto le mie residue capacità cerebrali per cercare di capire perché ogni situazione venga sempre e solo guardata da un lato e mai nel suo insieme. Ringrazio i miei percorsi, di studio e di Vita che mi hanno permesso di avere una mente critica e una visione laterale tale da pormi sempre qualche domanda.
Vediamo.

Un popolo di “Santi, Poeti, Navigatori” ... Tifosi.
Da un lato, chiamiamola Curva Nord, gli attenti vigilanti (esclusivamente via social, suppongo, altrimenti non si spiega) di comportamenti non allineati “alla morale” cit., “al buon senso” cit., “al rispetto per chi è in prima linea” cit., “al preservare ogni vita umana” cit. (e potrei proseguire), sono i tifosi più fantasiosi, creano un sacco di # (hastag) carini e orecchiabili (#iorestoacasa, #celafaremo , #andràtuttobene ...) e di iniziative pirotecnico-folkloristiche (battimani, suonate di flauto, canzoni tipo pubblicità della coca cola anni ’80 ...); hanno una loro frangia violenta, diciamo gli “Ultras” (dal francese “ultra royalista”, una forza politica del 1800 [focus.it]), che inneggia ad eserciti armati lungo le strade o ai confini tra i paesi, tifosi con una smodata passione per il regime cinese e la loro “accomodante” forma repressiva e con un’attrazione orgasmica verso la legge marziale, applicata senza se e senza ma a chiunque infranga le regole di cui sopra.
Dall’altro lato, Curva Sud, gli “sportivi”, della domenica, ma non solo, convinti assertori del “riesco a correre senza incrociare nessuno” cit., “dove vado io non c’è anima viva” cit., “altrimenti impazzisco” cit.(e potrei proseguire), meno scenografici, ma ugualmente battaglieri.
Lo scontro è, ovviamente, social network mediato con qualche sporadica (ma mi aspetto inasprimenti) incursione violenta nella vita reale: urla smodate dalla finestra “assassini!” cit., “ci volete tutti morti” cit.. Uno scontro che trasuda ODIO e una sorta di violenta caccia alle streghe.
Credo ci sia abbastanza materiale per un consulto psichiatrico, fortunatamente, in mezzo a questa folle baraonda c’è ancora qualcuno che cerca di ragionare con la propria testa e dare spazio alla Vita che scorre, anche oggi prepotente e che non vuole barriere.
Dicotomia.
Guardando da una prospettiva laterale, “Individuo” inteso come popolo che dovrebbe essere il cuore pulsante della Vita, assume (come spesso accade) una connotazione dicotomica, lacerando il legame di fratellanza (figli di Ardi, “Ramid”, radice, l’Uno che genera i diecimila esseri) e, in una spirale autoalimentata e inesauribile nutre, tramite bias cognitivi insulsi, una crescita di odio farneticante e febbricitante carico di stupido egoismo.
Egoismo. “Ma voi che continuate a correre, non vi accorgete del vostro egoismo?” cit., “Ma è indispensabile la corsa? No, egoisti” cit. ...
Un solo lato, quello comodo, per osservare, quello che ci permette di non assumerci responsabilità, quello che vede “nell’altro” il colpevole, quello che vuole un colpevole ... “chi volete libero? Gesù o Barabba?” cit. e la coscienza, da brava Ponzio Pilato, se ne lava le mani.
Non credo sia indispensabile la corsa, credo però che muoversi e poterlo fare, anche per poco tempo tutti i giorni, all’aria aperta sia determinante per la nostra sopravvivenza come specie; lo dice l’evoluzione, che ci vuole nomadi, atti al movimento continuo, liberi e soprattutto ricoperti, dentro e fuori, di germi, virus, funghi e batteri, agenti determinanti per un funzionamento corretto del nostro sistema immunitario; l’iperasetticità ci lede come l’ipomovimento e come la prigionia. “Imprigionare” una persona, poco importa se in una gabbia dorata, è il metodo, dagli albori, utilizzato per piegarla, nel corpo e (perché sono la stessa cosa) nello spirito (abbiamo un corpo, ma siamo spirito). Se alla “reclusione” aggiungiamo una buona dose di lavaggio del cervello mediatico, beh il gioco è fatto, abbiamo la vittima (quello che sta in casa), abbiamo il colpevole (quello che esce), abbiamo il mandante (...).
Inconsapevolmente (spero) si sta mettendo una barriera alla Vita, alla Salute che, come da definizione di cui sopra, dipende dallo scambio continuo tra le persone e l’ambiente.
Non voglio indagare sui motivi di un accanimento di tale portata, credo che però la tecnica di imporre un terrore psicologico continuo sia, sul lungo periodo, un’arma a doppio taglio dall’impatto emotivo devastante e probabile generatore di tutta una serie di psicosi e traumi, tra l’altro ben documentati nella storia che, inevitabilmente, negli anni a venire,daranno a cascata tutta una risma di problematiche ben più gravi (ormai è anche geneticamente dimostrata l’esistenza del legame tra distress cronico e tumori, così come l’aumento di suicidi, o un’impennata criminale dopo un periodo di crisi economica ecc...) [tra gli altri eurosalus.com].
“Chi corre è egoista” cit.
Vero.
Mi auguro che i solerti guardiani della salute pubblica NON siano, invece, così egoisti, ma anzi, siano altrettanto solerti nel rispettare la NOSTRA Salute, quella di tutti, Individui:
·         Alimentandosi in modo corretto, ricordiamo come sovrappeso e obesità siano responsabili dell’80% dei casi di diabete di tipo 2, del 35% delle cardiopatie ischemiche e del 55% della malattia ipertensiva, causando ogni anno oltre 1 milione di morti [epicentro.iss.it], mentre il cancro al colon-retto (legame con consumo smodato di carne rossa), seconda causa tumorale di morte, ha fatto registrare in Italia nel 2016 circa 20mila decessi sui 180mila totali [quotidiano sanità.it];
·         Non abusando di farmaci, nel nostro paese ogni anno muoiono circa 33mila persone per un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici e il 75% dell’impatto di batteri resistenti ad antibiotici in Europa è dovuto ad infezioni ospedaliere [Le Scienze feb 2020];
·         Non abusando di alcool, in 10 anni, dal 2008 al 2017 in Italia sono morte 435mila persone per i danni da alcol (malattie alcol-correlate, incidenti, suicidi ad esso dovuti) che diventa la sostanza psicotropa che miete più vittime in termini di dipendenza [rai news.it]
·         Non fumando, circa 35mila morti nel 2016 per cancro al polmone [quotidiano sanità.it]);
·         Facendo movimento, la sedentarietà, quarta causa di morte al mondo fra tutte le cause, responsabile del 15% (90mila) di tutti i decessi in Italia con un costo al sistema sanitario di circa 1,6miliardi di euro. Nel mondo circa 1,2milioni di persone muoiono perché poco attive. [quotidiano sanità.it].
Il bias diventa enorme, la situazione analizzata anche da quest’ottica diventa un tantino diversa, anche perché, queste problematiche ci sono anche oggi, questi malati, ci sono anche oggi e sono un peso enorme per il SSN, lo hanno portato al collasso, anzi, cari giudici dal dito nevrotico sulla tastiera o sul telefono, lo avete portato allo sfinimento e continuate a farlo:
·         Ogni volta che prendete la tachipirina o l’antinfiammatorio per un po’ di mal di testa, perché magari avete mangiato troppo; avete perso ogni capacità di resilienza, piangendovi addosso e lamentandovi di quanto siete sfortunati
·         Ogni volta che prendete le statine perché non riuscite a muovervi e mangiare bene per controllare il vostro colesterolo e il vostro sangue che trasuda grasso, tanto da rifiutarsi di continuare a scorrere
·         Ogni volta che ingurgitate la pastiglia per la pressione, vantandovi poi di “averla normale” cit., e poi vi abbuffate di salumi e formaggi
·         Ogni volta che assumete metformina perché “al dolce non rinuncio” cit., “mangiare è uno dei piaceri della vita” cit.,
·         Ogni volta che vi ubriacate a bestia e il mattino dopo, presi dai sensi di colpa, vi fate di antidepressivi come fossero mentine
·         Ogni volta che prendete la “pastiglietta per dormire”, perché avete i pensieri e credete che sarete in grado di trovare in un farmaco ciò che non riuscite a trovare dentro voi stessi
·         Ecco, voi siete colpevoli del disagio sanitario alla stregua del virus e siete egoisti tanto quanto quelli che corrono.
·         “Chi è senza peccato”cit.
Inutile stare barricati su torri eburnee, con inutili mascherine fatte di carta da forno, fil di ferro e stagnola e giudicare; non è possibile farlo, siete, siamo tutti ugualmente colpevoli.
Bramiamo la dicotomia, la divisione, ma siamo Uno, tutti uguali, tutti Individui. Indivisibili.
Noi, autodefiniteci Sapiens, ricolmi di arroganza e strafottenza, siamo invece dei banali Homo Egoisticus.
Tutti.
Cosa fare?
C’è solo una soluzione. Ed è tardi.
PREVENZIONE.
È appurato da ogni parte, da ogni studio scientifico, da qualsiasi cosa vogliate, ma esercizio fisico e sana alimentazione sono i cardini della Salute.
Investiamo su quello. Siamo un paese che fa della sua tradizione alimentare-culinaria un fiore all’occhiello, abbiamo i professionisti del benessere tra i migliori al mondo, per formazione multilaterale, esperienza sportiva e qualità didattica, caratteristica tipicamente italiana. Cosa aspettiamo?
Partiamo da zero: attività motoria teorico/pratica nella scuola, dalla primaria in avanti, assunta a materia “vera e propria” e non più a momento ludico, inasprire a livello formativo i corsi di laurea in Scienze Motorie per forgiare insegnanti con i controcoglioni; educazione alimentare, ecologica e civica idem come sopra.
È il terreno che deve essere formato; da un terreno fertile e “sano”, nascono i frutti migliori.
Retorica spiccia da fine post, ne convengo, ma è cosa nella quale credo molto.
PAURA
L’altro giorno, un cliente della palestra con un sms mi ha chiesto: “ma tu non hai paura?”.
Non ho risposto subito.
Non cercate, stupidamente, di non capire.
In effetti, non ho paura. Ma non è una sbruffonata da “Duro del Road House”, i motivi sono principalmente due:
·         Ho fatto tutto il possibile, nel tempo, per mantenere la mia Salute (da definizione, vedi sopra), la più efficiente possibile: movimento consapevole, sana alimentazione, riposo il più possibile, non prendo farmaci (solo in caso di estrema necessità), controllo dello stress (distress), pensieri positivi, lavoro introspettivo. Ho costruito, o almeno ho provato, un terreno biologico quanto più fertile all’immunità possibile.
·         Nutro profondo rispetto verso il concetto di morte, così come verso quello di Vita, inscindibili l’una dall’altra. Non la temo, come elemento fatalistico e spada di Damocle, la vedo più come un ostacolo a cose che voglio fare e vedere.
·         La Via del Samurai è la morte [Hagakure – Y.Tsunetomo] ... si questa è una sbruffonata da “Duro del Road House] J
·         Non credo che la paura possa essere un problema insormontabile; lo diventa quando si trasforma in panico. Il panico, oltre a disgregare la difese organiche, crea odio. E questo credo che sia sotto gli occhi di tutti.
Concludo. Sta passando la macchina dei vigili (credo) che dice a gran voce di stare in case ed evitare l’attività motoria ...
Che dire, sogno un mondo dove il movimento venga considerato cura e non un ostacolo ad essa.
Muovetevi, muoviamoci, fatelo in casa, con la maschera, gli occhiali, le pinne, nudi, vestiti, ma fatelo; se riuscite, in qualche luogo ameno, fatelo anche all’aperto, magari a piedi nudi, una camminata all’alba in una giornata tersa è un farmaco potentissimo; ma abbiate sempre rispetto, sia che decidiate di uscire, sia che decidiate di stare in casa, perché siamo tutti un grande Individuo e, quindi, Indivisibili.
Spegnete i telefoni, i pc, la tv e pensate a voi stessi, provate a sentire la Vita che scorre possente in voi e lasciatevi andare ad essa.
Non sono un medico e, quindi, posso permettermi di parlare di Salute e non di malattie. Non ho idea di come si possa debellare COVID-19 e se nemmeno si possa fare, c’è gente molto più in gamba di me che sta lavorando per quello, mi interessa anche poco, in verità; l’unica cosa che mi preme è poter fare il mio lavoro, aiutarvi a seguire la vostra essenza più preziosa, la Salute.
Un abbraccio.
Rimanete concentrati sul presente.
 
Dott. Federico Saccani  Scienze Motorie AMPA, Osteopata DO, Reiki, MTC
 “Se potessimo dare ad ogni individuo la giusta quantità di nutrimento e di esercizio fisico, né troppo né poco, avremmo trovato la giusta strada per la salute"
(Ippocrate 460 a.C.)
“L’osteopatia è la regola del movimento, della materia e dello spirito, dove la materia e lo spirito non possono manifestarsi senza il movimento; pertanto noi osteopati affermiamo che il movimento è l’espressione stessa della vita”.
(A.T. Still, Autobiografia, 1897)
“Il movimento è la medicina più grande”
Lao Tzu (V sec. a.C.)
Il moto è causa d'ogni vita.
(Leonardo Da Vinci 1500)
 
Le immagini sono tratte da:

venerdì 13 marzo 2020

La Teoria dei 5 Movimenti e i 5 Kata Heian


>MTC E ARTI MARZIALI – LA TEORIA DEI 5 MOVIMENTI E I 5 KATA HEIAN DEL KARATE-DO<
“Il modo con cui si fa una cosa è indice del modo con cui si fa ogni cosa” Detto giapponese


Gli spunti di riflessione che si trovano nel Dojo sono molteplici, a volte criptici, bisogna saperli cogliere e, magari, ci si accorge del suggerimento del Maestro solo in un secondo tempo, altri molto espliciti, richiedono una riflessione immediata e una altrettanto immediata risposta.
La Via del Karate è questa, non già pratica di acquisizione (accumulo) di conoscenze e tecniche, bensì pratica di liberazione intesa come una pulizia in sé, un togliere osservandosi, per giungere all’essenza (illuminazione?) del gesto o della conoscenza. La continua ricerca, verso la quale il Maestro pazientemente ci spinge, è proprio trovare questa gemma primordiale e, quel sabato pomeriggio, durante uno dei nostri stages di approfondimento teorico/pratico: “Chissà se gli Antichi Maestri associarono i 5 Kata Heian ai 5 Movimenti della Medicina Orientale? Provate ad associare ogni Kata ad uno specifico Elemento/Movimento”, la mia Vita prese una piega differente; quella domanda condizionò le mie scelte future e, in un certo senso andò ad accendere la mia ricerca personale, la mia Liberazione.
Facciamo un passo indietro e vediamo con precisione, ma senza dilungarci troppo, di cosa stiamo parlando.

- La Teoria dei 5 Movimenti
La Teoria dei 5 Elementi o Movimenti (Wu Xing Xue) è, nella storia della Medicina Cinese, successiva a quella relativa allo Yin/Yang e si è sviluppata nella stessa scuola filosofica durante il periodo degli Stati Combattenti (476-221 a.C.), anche se i primi riferimenti risalgono alla dinastia Zhou (1000 – 770 a.C). inizialmente non fu sempre utilizzato il termine Movimento, ma “Sedi di Governo” o “Abilità”, infatti, un testo risalente agli Stati Combattenti recita: “Il Cielo invia le Cinque Abilità e il popolo le impegna”; o ancora, alcune correnti di pensiero definirono addirittura 6 Sedi di Governo, adducendo ai Cereali, la definizione di sesto elemento.
Come sempre, quando si riferisce a teorie così antiche e, soprattutto, a luoghi dove il misticismo e il mistero hanno sempre condizionato l’acquisizione di informazioni, il reperire fonti certe è piuttosto complicato, ma di indubbio fascino è il confronto con una cultura così vasta e particolare.
Analizzando il termine “Wu Xing Xue” vediamo come sia la combinazione di tre espressioni:
- Wu, che significa cinque;
- Xue, che significa teoria;
- Xing che può essere tradotto come fase, processo, movimento.
In realtà, il significato profondo di “Xing” non viene espresso da nessuna di queste definizioni, infatti il termine, al suo interno, contiene l’indicazione di un qualcosa di ciclico, una sorta di riferimento alla possibilità di cambiamento di un fenomeno naturale; ecco perché in alcuni testi si trova l’indicazione di “Mutamento”. Per questo motivo anche il termine “Elemento” non è traduzione fedele, in questo caso viene posto più l’accento sull’aspetto sostanziale-materiale, piuttosto che su quello ciclico-funzionale; generalmente, comunque, il termine “Movimento” è quello più utilizzato.
Da un punto di vista prettamente pratico, l’importanza dell’applicazione di questa teoria e di quella Yin/Yang, risiede nel fatto che rappresentano un punto di svolta nello studio della Medicina Orientale, disegnando il confine tra un approccio “sciamanico”, dove le cause di malattia si cercano nel sovrannaturale, ed uno “scientifico”, dove l’osservazione della Natura e una mirata fusione di approccio induttivo e deduttivo, si uniscono per interpretare ed applicare i processi della Natura stessa allo studio delle malattie.
I Cinque Movimenti sono:
- Acqua (Shui)
- Fuoco (Hun)
- Legno (Mu)
- Metallo (Jin)
- Terra (Tu)
La Teoria dei Cinque Movimenti classifica la maggior parte dei fenomeni naturali in 5 categorie e, pur essendo piuttosto rigida per poterli interpretare tutti correttamente, ha però il pregio di poter essere utilizzata nella diagnosi, nella eziopatogenesi e nella terapia.
Non entrerò nello specifico della Teoria e del suo utilizzo, non è questo lo scopo dello scritto, ma questa introduzione mi sembrava più che doverosa, così come molto importante è definire le caratteristiche di ogni “Movimento”, in modo da poterli associare alle caratteristiche di ogni Kata Heian.
- Fuoco: massimo dello Yang, luce e calore, estate, sud,mezzogiorno, massima attività, trasformazione della materia in energia, movimento verso l’alto. Organi e visceri associati: Cuore e Intestino Tenue.
- Acqua: massimo dello Yin, buio e freddo, inverno, nord, mezzanotte, deposito, massima coesione della materia, movimento verso il basso. Organi e visceri associati: Reni e Vescica.
- Legno: passaggio dallo Yin allo Yang, dal buio alla luce, primavera, est, mattina presto, nascita, crescita, fase di accelerazione, movimento di espansione, vento. Organi e visceri associati: Fegato e Vescica Biliare.
- Metallo: passaggio dallo Yang allo Yin, dalla luce al buio, autunno, prima serata, ovest, raccolta, decelerazione, interiorizzazione, secchezza. Organi e visceri associati: Polmoni e Intestino Crasso.
- Terra: non corrisponde ad una specifica stagione; essendo alla base di ogni trasformazione  e il centro, attorno al quale queste ultime ruotano (periodo interstagionale). In alcuni testi, vista la posizione  fra Fuoco e Metallo, viene definita “Tarda Estate”. Nutrizione e trasformazione, neutralità, stabilità ed equilibrio, umidità, tardo pomeriggio. Organi e visceri associati: Milza(Pancreas) e Stomaco.
A questo punto, definita brevemente la Teoria dei 5 Movimenti, passiamo a dare un’occhiata a ciò che rappresenta il Kata per il Karate Do e proviamo ad individuare il significato dei 5 Kata Heian, per vedere se e come poterli associare al ciclo di mutamento della Medicina Tradizionale Cinese.

- Kata
In giapponese la parola “Kata” ha due significati principali:
- Forma: etimologicamente “tracciare con il pennello una somiglianza esatta”;
- Stampo: etimologicamente “forma originale fatta di terra”. Come il precedente anche questo ideogramma ha, da molto tempo, il significato di “traccia lasciata”, “forma ideale”, “legge, “abitudine”.
La parola Kata evoca dunque l’immagine di una forma ideale da riprodurre , ma non avendo equivalenti nel pensiero occidentale, la nozione che racchiude resta intraducibile.
Il Maestro Kenji Tokitsu propone una definizione di partenza di ciò che il Kata rappresenta nelle Arti Marziali: “sequenza composta da gesti formalizzati e codificati, sottesa da uno stato di spirito orientato  verso la realizzazione della Via (Do)”.  Per la cultura nipponica “realizzare la Via” è raggiungere la tecnica perfetta, che è quella dell’uomo perfetto.
Il Kata è, dunque, retaggio della tradizione e giunge al praticante tramite il Maestro; visto da fuori rappresenta una sequenza di tecniche marziali coordinate in uno schema di combattimento predefinito contro uno o più avversari immaginari, interiormente, invece, è uno strumento di arricchimento personale, un faro che illumina il cammino sulla Via.
L’acquisizione del Kata, la sua interiorizzazione passa attraverso tre fasi:
- Schema: comprensione della corretta sequenza delle azioni;
- Forma: una volta imparato lo schema, bisogna “riempirlo”: il giusto ritmo, la giusta intensità, la presenza di spirito, il “Kime” (manifestazione del Ki, energia vitale);
- Efficacia: ultimo step è donare sostanza alla forma, farcirla con la propria personalità e renderla reale, pulendola da tutto ciò che ne possa bloccare l’efficacia. Quest’espressione nascerà spontanea da un’attenta e costante pratica; è il tendere alla “realizzazione della Via”.
Il Kata, quindi, deve aiutare a realizzare in forma perfetta un insieme di movimenti trasmessi dalla tradizione. Questo orientamento si ritrova in ognuna delle arti tradizionali giapponesi. La perfezione ricercate si ottiene grazie all’unione di tecniche gestuali e di una predisposizione di spirito che consiste nel seguire la Via. Nel KarateDo, l’essenziale del sapere è condensato nei Kata.
- I Kata Heian
Nebulosa e molto coinvolgente la storia di questi 5 particolari Kata.
Ci stiamo riferendo, ovviamente, ai Kata Heian dello stile di Karate “Shotokan” del Maestro G. Funakoshi.
Heian: “pace dello spirito”. Il termine deriva dall’unione di due parole: Heiwa e Antei (pace e tranquillità) e, al fine di rendere evidente questo significato, iniziano tutti con una parata). Si trovano anche in altri stili (con piccole differenze) con il nome originario di Pinan.
Ecco. A questo punto è opportuno aprire una piccola parentesi.
I Kata Heian/Pinan fuoro creati da un Maestro Okinawense di nome Itosu Anko, verso la fine del 1800 con lo scopo di modernizzare il Karate dell’epoca (metodi di allenamento datati e poco organizzati) e renderlo adatto ad una società in via di sviluppo. Il nome di Pinan, venne modificato qualche anno più tardi dal Maestro Gichin Funakoshi (studente di Itosu) durante l’introduzione del Karate in Giappone.
L’idea di Itosu era dunque quella di una riorganizzazione della caotica introduzione al Karate dei principianti, semplificando al contempo la transizione verso i Kata di livello avanzato classici di Okinawa (Passai, Naifanchi ...); un’idea ambiziosa, geniale e coraggiosa che permise al Maestro di fare qualcosa che mai era riuscita a nessuno: all’inizio del 1900 venne chiamato ad insegnare Karate a scuola.
La campagna di Itosu (e del suo allievo, Funakoshi) culminò nell’inclusione del karate tra le attività fisiche ufficiali del sistema scolastico di Okinawa, per poi diffondersi in tutto il Giappone “continentale”, dando vita a club scolastici universitari, gare, metodi di insegnamento di massa, gradi, cinture, stili nuovi e diversi, ecc ... ed in seguito in tutto il mondo.
Evidenziata l’importanza epocale e il significato storico/sociale di questi Kata, torniamo per un attimo al nome.
Come ho ricordato in precedenza in genere il termine Heian viene tradotto con “Pace dello Spirito o con Pace e Tranquillità” o, da qualcuno con “Menta Calma”; questo è ciò che si trova più spesso in letteratura. Recentemente da una ricerca del Maestro Jesse Enkamp, è possibile far risalire l’originario kanji cinese Pinan al termine “Pingan” che significa “Esser protetti dal pericolo”, “oppure Stare al sicuro”. Analizzando questa ultima definizione acquista altra luce la dichiarazione del Maestro Funakoshi, secondo il quale bastava apprendere i 5 Kata Heian per avere delle basi di difesa personale; intanto probabilmente il Maestro intendeva entrare nel profondo del Kata, studiarlo e comprenderne il senso fino in fondo e non semplicemente eseguirlo correttamente e poi, forse, questo poteva garantire una certa “protezione” dagli attacchi degli avversari.
La ricerca in questo ambito è molto interessante, ma tutto sommato, qualunque sia il significato inteso dai Maestri, non cambia il fatto che quotidianamente ci si debba mettere al lavoro e seguire la nostra (ognuno la propria) “Via” e, come diceva Miyamoto Musashi “Praticare senza tregua”.


I 5 Movimenti e i 5 Kata Heian

Anche in questo caso, storia e leggenda si fondono e un alone di mistero cala sui protagonisti della nostra storia. Pare che i Maestri Itosu e Funakoshi oltre ad essere valenti studiosi di Arti Marziali, coltivassero un intenso interesse per lo studio dei classici cinesi; i 5 Kata, per qualcuno estrapolati dai Kata superiori Kushanku e Passai (Bassai), per altri derivati dal Kata Channan (forma imparata da Sokon Matsumura, Maestro di Itosu, presso il tempio Shaolin), vennero ideati e “assemblati” seguendo alcuni principi dettati da una cultura filosofica di chiara matrice cinese ed olistica.
Alcune ricerche riferiscono che i 5 Kata Heian siano stati progressivamente improntati secondo la Teoria dello Yin/Yang, della quale il maestro Funakoshi era (pare) accanito studioso.
Alcuni storici del Karate si spingono a ritenere che i Kata dispari (Heian Shodan, Haian Sandan e Heian Godan) abbiano, per posizioni e per ragioni tecniche, caratteristiche Yang, mentre quelli pari (Heian Nidan e Heian Yondan)  caratteristiche Yin (sembra che sia questo il motivo per cui vennero invertiti i due Kata Heian Shodan e Heian Nidan dall’antica sequenza Pinan). Non entro nello specifico; io non mi spingerei a tali affermazioni che sono, comunque, tutte da approfondire.
Però.
Allora forse il nostro Maestro aveva ragione (ha sempre ragione) ... gli antichi Maestri hanno proprio scelto il numero 5 per i Kata Heian per associarli ai 5 Movimenti?
È una scommessa che possiamo rischiare di giocare.
Quando il Maestro propose il “gioco”, questi furono i miei abbinamenti:

- Heian Shodan – Acqua
- Heian Nidan – Fuoco
- Heian Sandan – Terra
- Heian Yondan – Legno
- Heian Godan – Metallo
Oggi, dopo aver approfondito sia lo studio dei Kata, sia quello della MTC:
- Heian Shodan – Acqua
- Heian Nidan – Legno
- Heian Sandan – Terra
- Heian Yondan – Metallo
- Heian Godan – Fuoco

Domani, chissà?
SL.A.

Bibliografia:
Tapenshu – Funakoshi Gichin a cura di P. McCarthy – International Ryukyu Karate Research Society – 2016
Il Sogno del Karate – Funakoshi Gichin – Ed. Mediterranee 2010
Storia del Karate – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Kata – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Karate Do La via della Mano Vuota a Finale Ligure – AA.VV. – Stampato in maniera indipendente – 2012
Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese – Bottalo-Brotzu – Xenia edizioni – 2018
I Fondamenti della Medicina Cinese – Maciocia – Ed.Edra – 2017
Sitografia:
www.karateka.it
www.karatechiari.com
www.karate-do.it
www.karateivrea.it
www.karate-shorin-ryu-piemonte.webnode.it
Immagini tratte da:
www.iobenessere.it
www.karateportotorres.it
www.karateka.it
www.ilguerriero.it
www.visionealchemica.com
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