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sabato 4 agosto 2018

PENSARE CON LA PANCIA


>PENSARE CON LA PANCIA<

"Secondo gli antichi una decisione andrebbe presa nello spazio di sette respiri. E' necessario essere determinati e avere il coraggio di gettarsi al di là dello steccato."(Yamamoto Tsunetomo-HAGAKURE)

In genere, prendere una “decisione di pancia”, rientra nell’insieme di quelle che vengono definite “scelte istintive”; non c’è ragionamento e/o razionalizzazione, ma una reazione impulsiva che, per la maggior parte delle persone, diventa una sorta di scommessa, affidandosi ad un fantomatico destino in modo da poter così, forse, giustificarsi attraverso il complesso sistema “sfortuna/congiunzioni astrali/non è colpa mia”.

“Non esistono cose come la sfortuna o altro; solo le persone e le loro decisioni”. (Yvonne Wood)

Ma siamo sicuri che sia tutto proprio così?
Facciamo un passo indietro.
Se dovessimo stabilire un periodo della nostra vita nel quale vengono prese le decisioni che, nella migliore delle ipotesi, potremmo definire discutibili, questo sarebbe senza dubbio quello adolescenziale.


Nella mia triplice veste di genitore, educatore (del movimento) e terapista, ma soprattutto in quella di ex (purtroppo molto, molto ex) adolescente, posso dire senza timore di smentita che effettivamente è un periodo evolutivo quantomeno “confusionario” per quel che riguarda la capacità decisionale.
Cercando una spiegazione neurofisiologica, sappiamo che durante l’adolescenza lo sviluppo del cervello completa inizialmente la maturità di alcune parti della corteccia cerebrale, in particolare i lobi temporali e parietali e le strutture ad essi associate. Questo significa che i centri uditivi, sensoriali e del linguaggio arrivano piuttosto presto ad uno sviluppo completo. [1]
Quindi, capacità discorsive e intellettive “all’avanguardia”, la riconoscibilissima “strafottenza” giovanile, il dover avere sempre l’ultima parola, un eliocentrismo che li colloca, come novelli Re Sole, al centro del loro personalissimo universo.
Ma ... si pone un problema: la parte del cervello deputata al pensiero, alla pianificazione e, almeno in parte, al processo decisionale è la corteccia prefrontale che è un’acquisizione più recente in termini evolutivi e molto più lenta a svilupparsi. [1] Cosa succede, quindi? Niente di particolare, quando un adolescente si trova di fronte ad una decisione, invece di affidarsi alla corteccia prefrontale, non ancora pronta, si butta sulla seconda in grado ... l’amigdala! Questa regione del cervello ha un’importante coinvolgimento nella risposta emotiva, rendendo così, le scelte adolescenziali, tendenzialmente impulsive e vissute/sofferte dal punto di vista emozionale.
Non si conosce perfettamente la ragione, dal punto di vista evoluzionistico, di questa sorte di discrepanza, ci sono alcune ipotesi, ma non è importante addentrarsi ora in questo discorso; la cosa fondamentale, invece, è capire perché questa particolare condizione, che dovrebbe essere tipica dei giovani fino ai diciassette/diciotto anni, si sia dilatata nel tempo fino a vedere, oggi come oggi, “ragazzi” che superano abbondantemente l’età delle superiori , in preda a deliri giovanilistici e ad un’eterna incapacità ragionativa/decisionale.
Qualche idea in merito la ho.
Una, squisitamente personale, esula da spiegazioni scientifiche e si rivolge ad una (generalizzata) mancanza di capacità introspettiva e ad una sconclusionata ricerca di affermazioni mediatiche (quindi esterne), trascurando così crescita e miglioramento interiore.
Mi soffermerei, invece, di più, su quello che è poi il titolo di questo pezzo. Le decisioni di pancia, perché in effetti, una delle giustificazioni di questi “eterni Peter Pan” è proprio quella.
Le “decisioni di pancia” esistono, ma probabilmente rimarrete un po’ straniti nell’apprendere che esiste la possibilità che queste non siano veicolate da “istinto” o “impulsività”, ma da un ragionamento mediato da una porzione particolare del nostro Sistema Nervoso.

 [ ... Aveva intuito che, dalla periferia dell’impero del nostro corpo, quel viscido serpente, che è il tubo digerente , si sarebbe ribellato al dominio apparentemente incontrastato del Sistema Nervoso Centrale e avrebbe chiesto quanto gli era dovuto ...] [2]

Stiamo parlando ovviamente del nostro intestino e di quella parte del Sistema Nervoso che prende il nome di Sistema Nervoso Enterico.


Non farò una dissertazione anatomo-fisiologica, lascio il compito ai lettori di colmare eventuali lacune consultando i testi appropriati.
Si stima che il Sistema Nervoso Enterico possieda tra 200 e 600 milioni di neuroni, un numero superiore a quelli di tutto il midollo spinale: controllare l’intestino ha bisogno di più “intelligenza” di quella che serve per tutto il resto del corpo. E come potrebbe essere altrimenti? La superficie interna del sistema digestivo è 100 volte superiore di quella della pelle e ospita la più sterminata famiglia di commensali dell’intero organismo. [2]
Grossomodo 100 trilioni tra batteri, virus e funghi, in totale un numero di geni cento volte superiore a quello del genoma umano. Il nostro sistema immunitario si poggia quasi totalmente (circa 80%)sugli abitanti dell’intestino che, in una visione paradossale, ma estremamente moderna, possiamo considerare come un tubo in contatto con l’esterno. Lo spazio chiuso dalle pareti dell’intestino, il suo lume, fa parte del mondo esterno. Un tubo aperto che inizia con la bocca e finisce con l’ano. Paradossalmente l’intestino è un tunnel che consente a ciò che sta all’esterno di passare proprio attraverso noi.
Qualsiasi cosa si trovi nel lume dell’intestino è in realtà al di fuori dei nostri corpi, anche se ciò sembra irragionevole.[3]

“Siamo davvero uomini vuoti” (T.S.Eliot)

Gli abitanti dell’intestino, come un avamposto silenzioso, presidiano le frontiere con l’ambiente esterno e comunicano costantemente con quello interno (in pratica fondono i due ambienti), sino a riuscire a controllare persino le nostre strategie e i più reconditi pensieri.
Qui torniamo, quindi, prepotentemente alle nostre decisioni istintive che, alla luce di quello scritto sopra, appaiono molto meno tali.
Secondo questa visione, quindi, chiunque di noi apparterrebbe a una specie complessa-mista, di cui solo il 10% apparterrebbe al genere Homo Sapiens e il resto da sottogruppi di Bacteroides, Prevotellae, Ruminococchi e molti altri microrganismi (il famoso microbiota) che hanno iniziato a colonizzarci milioni di anni fa e hanno la capacità di modificare lo sviluppo e il funzionamento di tutto il nostro corpo, cervello compreso. [2]
Quindi?
Tutte queste parole (molto interessanti, concedetemelo) e poi?
La mia ipotesi, alla luce di quello scritto, tornando al quesito iniziale riguardante la pessima capacità decisionale di “giovani non più adolescenti”, risiede proprio su una bassa qualità dei commensali intestinali. Sappiamo che questi hanno capacità di riprodursi e quindi mutare ogni 20-180 minuti, verificando in modo continuo i cambiamenti delle condizioni ambientali; il nostro intestino ha quindi la possibilità di modificare tutta la popolazione ospite nel giro di pochi giorni. Questo dimostra la sua suscettibilità alle modifiche alimentari che, sarebbe riduttivo definire pessime per la maggior parte della popolazione presa in esame da questo mio scritto: abuso di alcol, abuso di alimenti di origine animale, specialmente carni processate, abuso di zuccheri, mancanza di fibre. Questo porta inevitabilmente ad una sequela di comportamenti (anche decisionali, a questo punto) completamente “fuori fase” dal punto di vista evoluzionistico, generando tra l’altro le più svariate forme d’ansia e problematiche di adattamento ad uno stile di vita “umano”.
La buona notizia è che molto probabilmente una inversione dei comportamenti errati può portare ad una inversione della tendenza testé descritta:

·         Sana alimentazione su impostazione di “vera” Dieta Mediterranea;

·         Osteopatia;

·         Movimento consapevole.

Insomma, un po’ quello che andiamo sempre dicendo, superare l’idea di inseguire modelli esterni a noi, ma buttarsi sul miglioramento personale come chiave di lettura interiore e, quindi, globale del nostro essere.


Si deve, semplicemente, decidere di volerlo fare 
Fede

Bibliografia e immagini

[1] Brain – Il cervello istruzioni per l’uso – DeSalle-Tattersall – Ed.Codice 2012
[2] Imperfezioni Umane – Pani-Corbellini – Rubbettino Editore – 2015
[3] Appunti di Osteopatia Viscerale – Jori DO – Dispense OMTS – 2018 
Immagini:
Presentazione a cura di Federico Saccani DO
Tp24 modificata

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