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venerdì 24 dicembre 2021

VIS MEDICATRIX NATURAE

VIS MEDICATRIX NATURAE

Esiste in tutti gli organismi viventi, quindi, forse per qualcuno sorprendentemente, anche in noi, una forza innata e potente di autoguarigione.

Ebbene sì, nonostante diventati una pallida copia maschero-vestita dei fieri scorrazzatori bipedi, già in grado di capire un paio di milioni di anni fa le potenzialità endogene di  organismo tutto in divenire, nutrendolo sapientemente con luce solare, movimento fisico e riposo, oltre che alimenti ricchi di vita, ancora oggi, benché consumati dall’eccesso glicidico, inflacciditi dall’ipocinesia, avvelenati da fumi, miasmi, rumore, instupiditi da schermi luccicosi   e soffocati da stritolanti  scatole di lamiera, il nostro martoriato corpo (leggasi corpo-mente), può, per alcuni più, per altri meno, tirarci fuori dai guai.

Autoguarigione … Parola che evoca magia e rituali ancestrali, ma nulla di tutto ciò (anche se alcune particolari forme ritualistiche possono potenziare questa capacità) serve per attuare questo affascinante processo; il nostro organismo si oppone ad un equilibrio alterato semplicemente innescando uno stato difensivo (od offensivo, dipende da come vogliamo vederlo) al quale abbiamo dato il nome di malattia. Eh già, lo stato di malattia esprima il potenziale di autoguarigione e autoregolazione di un organismo. Senza scomodare bioetica e filosofia (ambiti che richiederebbe un argomentatore decisamente più dotto del sottoscritto), possiamo addirittura inquadrare la morte come un processo riparativo, come l’extrema ratio del nostro corpo, l’ultima spiaggia della guarigione. Un concetto molto affascinante, capace di mettere sotto una luce diversa lo scopo stesso della vita e il rispetto che questa, in tutte le sue forme, merita.

“Il luogo ultimo di riposo è la Salute.

La morte non è la fine, Più ci si prepara alla morte meno essa ha un’accezione spiacevole. Riposate e meditate sulla vostra morte senza pensare. Calatevi soltanto nella domanda”. (James Jealous)

Ma basta digressioni. 

La malattia è, dunque, parte integrante del percorso di guarigione, anzi di autoguarigione. 

Da qui deriva, naturalmente, tutto il processo di personalizzazione della cura, evidenziando come non sia tanto importante il tipo di problematica che colpisce un individuo, ma piuttosto il tipo di persona che deve affrontare tale problema. Il paradigma è capovolto rispetto a ciò che siamo abituati sentire, ma sublima l'essenza stessa del concetto di terapia (prendersi cura), come un vero dedicarsi a chi si ha di fronte.

L’Osteopatia Tradizionale in tutto ciò si pone come arte e filosofia di cura, come vera forma di accoglienza di un corpo in sofferenza, come abbraccio ristoratore, non già atta a risolvere qualcosa, bensì fondamentale per potenziare un qualcosa che c’è già, una Salute sempre presente, una possanza sopita, bisognosa solo di un piccolo aiuto. L’Osteopatia Tradizionale è quell’aiuto.

“Levate tutti gli ostacoli e quando ciò sarà fatto la Natura farà gentilmente il resto” (A.T. Still).

In quest’ottica diventa terribilmente affascinante il rapporto Olistico con il nostro essere e con ciò che ci circonda, definendo Salute proprio la bontà di questo rapporto e non l’assenza di una malattia. Riposare in noi stessi, al pari di poterci muovere (e commuovere se parliamo anche di emozioni) liberamente nell’ambiente che ci circonda, interagendo con chi emana vibrazioni affini alle nostre, nutrendo il nostro corpo (e la nostra anima) di Vita, coltivando le nostre passioni e i nostri affetti è, inequivocabilmente, la strada per stare bene e una Via di potenziamento della nostra “Vis Medicatrix Naturae”.

Concludendo un pensiero al Natale 2021. Vi (ci) auguro un istante di Pace, un solo istante, ma che sia così profondo ed intenso da concedervi (ci) di scostare il velo e guardare oltre, sentire il vento che sussurra tra gli alberi, la frenesia di un’ape al lavoro, il guizzo di un pesciolino appena sotto la superficie del mare, la salsedine che bagna il volto e la pioggia che lo purifica, un fiore che nasce tra i sassi, un abbraccio che si perde nel tempo, il russare di un cagnolino felice.

Fede


“Mettersi in relazione con la Natura comincia con l’ascolto” (J.Jealous)


La foto rappresenta Crusca e mi appartiene


domenica 28 novembre 2021

KARATE DO - SHŌ MON DO

 >KARATE DO - SHŌ MON DO<


“Sei Respirazioni” intima il Maestro.
_ Amore
_ Conoscenza
_ Osservazione
_ Cammino
_ Armonia
_ Liberazione
I gesti, scolpiti nella memoria, semplicissimi, ma mai eseguiti perfettamente, o meglio, con la perfezione che il Maestro richiede, avvolgono il Dojo in pochi istanti di liturgica sacralità. Credo che solo l'esecuzione dei Kata abbia un impatto maggiore sul mio sistema limbico: il risveglio di rettiliane emozioni, il rumore di antiche battaglie, le mani che si infiammano, il cuore che, nonostante acceleri, infonde una profonda calma e una marziale sicurezza.
Inizio il rituale ad occhi chiusi. Cerco di coordinare il movimento delle braccia con quello del diaframma e, mano a mano che le tensioni calano divento tutt’uno con l’azione.
_ Amore: abbraccio me stesso con l’intenzione di avvolgere il mondo intero. L’Amore è la base del Karate Do inteso come via di perfezionamento personale - Nell’Arte Marziale che deve educare l’uomo non può esistere il nemico, non può esistere l’avversario. Quest’Arte Marziale è diventare tutt’uno con l’universo, non ha il fine di diventare più forti o di proiettare lontano un rivale. Noi ci alleniamo nella speranza di essere utili a qualcuno, nell’idea di portare la pace intorno a noi (M.Ueshiba) - e il gesto che lo rappresenta, nella sua morbidezza, racchiude l'energia di un esplosione interiore, un perfetto connubio tra polarità sensoriali solo apparentemente distanti. L’Amore è una forza terapeutica.
_ Conoscenza: sollevo le braccia e il mio respiro fino al Cuore e, per qualche istante, lì lo deposito. Lascio che si espanda e coinvolga ciò che l’essenza dell’organo rappresenta: la Mente (Shen), un’entità sottile e immateriale che diventa intelligenza, saggezza, percezione, non solo verso il Karate, ma coinvolgendo la vita stessa. - Il Karate è uno studio che dura tutta la vita (K. Mabuni) -. La conoscenza eleva lo Spirito.
_ Osservazione: un grande cerchio, Ensō (円相), che si chiude (o forse prova a chiudersi) sul volto, a simboleggiare l’illuminazione, la forza e l’universo. Gli occhi per guardare il percorso, ma anche per guardarsi dentro, per comprendere e per comprendersi durante il viaggio. Esce aria e entra consapevolezza. - Prima di studiare l’Arte, un pugno per me era soltanto un pugno e un calcio soltanto un calcio. Dopo aver studiato l'Arte, un pugno non era più un pugno e un calcio non era più un calcio. Adesso che ho compreso l’Arte, un pugno è tornato ad essere soltanto un pugno e un calcio soltanto un calcio. La cultura porta alla semplicità. La mezza cultura porta alle complicazioni (Bruce Lee (李小龍,Lǐ Xiǎolóng Lee Jun-fan) -. Osservare permette di crescere.
_ Cammino: le mani, lentamente, arrivano agli occhi e si aprono a mostrare la Via, il Do. - In giapponese “Do” significa “la Via”. Come praticare questa via? Attraverso quale metodo la si può ottenere? Non soltanto attraverso una tecnica e ancor meno attraverso una competizione sportiva. La Via del guerriero”, il BuDo, include arti come il Kendo, il Judo, Il Karate Do, l’Aikido e il Kyudo, eppure, l’ideogramma “Bu” significa, tra l’altro, “interrompere, arrestare la lotta”. Poiché nel BuDo non si tratta soltanto di competere, ma di trovare la pace e il dominio di sé (T. Deshimaru) -.La scelta di questo percorso rivela il carattere di chi la compie; è scoperta, attraverso la comprensione (o presunta tale) delle possibilità del nostro corpo (leggasi corpo-mente) del proprio coraggio, abnegazione, spirito di sacrificio, desiderio di crescita. Un percorso condiviso, ma affrontato nel silenzio della propria essenza, un viaggio in compagnia, ma svolto in solitudine, nel pieno rispetto di una pseudo dicotomia Yin/Yang che in effetti dicotomia non è, piuttosto alternanza e integrazione. Ecco, il Cammino è integrazione e allo stesso tempo è evoluzione.
_ Armonia: dagli occhi le mani scendono in basso per poi disegnare, due cerchi sovrapposti, uno salendo per fuori alto e l’altro scendendo sullo stesso percorso, quindi collegati tra loro. Ed è proprio questo collegamento che crea il concetto di “Armonia”, anche etimologicamente, riferendosi ad un fare parte (collegarsi, appunto) di ciò che ci circonda, dunque anche al concetto profondo del termine Salute, come stato di legame benefico e completa sintonia con l’Universo intorno a noi. Armonia è vedere la bellezza dell’anima (la nostra e degli altri) e la bellezze delle cose, “Wa” (和), in giapponese (Armonia, appunto, ma anche ciò che è giapponese, o stile giapponese) rappresenta una grande lezione che ci insegna come la bellezza, la gioia e il senso civile si costruiscono con grande impegno, attraverso lavoro continuo su di sé, imparando ad essere pazienti, facendo le cose con cura, amorevolezza e apertura di cuore (Magokoro), mai a discapito degli altri, perché la felicità sostenibile deve essere un progetto comune - Se il vostro avversario vi attacca con impeto, ricevetelo con leggerezza. Se vi attacca con leggerezza, ricevetelo con leggerezza (K.M.) -. Armonia come partecipazione.
_ Liberazione: le mani si uniscono in basso e, decise, puntano al cielo, fino al massimo allungamento consentito mantenendo fluidità di movimento, per poi aprirsi in un grande cerchio che si chiude in basso. Si strappa un velo e si guarda oltre; si eliminano i paraocchi ampliando la visione e, finalmente, tutto appare più chiaro. O forse nuove domande compaiono all’orizzonte, domande che non hanno risposta se non praticando. Praticando Karate Do, cioè Amore, Conoscenza, Osservazione, Cammino, Armonia, Liberazione. - Io potrei correggerla, se lei volesse. Devo aver annuito, perché lui proseguì chiedendomi se fossi capace di “Chi Ku”, masticare amaro, l'espressione cinese che significa sopportare la sofferenza. Mentendo risposi di sì. Mi chiese se avessi paura del dolore. Mentendo di nuovo, risposi no. Vuole? Domandò. Voglio, risposi. E diventai suo allievo (M.S) -. Liberazione è un obiettivo, liberazione di un gesto che libera una Vita.
SHŌ MON (生門) a questo punto diventa qualcosa in più di una “scuola di Karate”, diventa un vero e proprio DO (道), un Cancello della Vita che si apre verso un cammino personale di ricerca profonda oltre che di apprendimento, una strada costellata di mille difficoltà, ma di una semplicità disarmante, nel pieno rispetto di un’alternanza tra due fasi di un movimento ciclico, infinito; un punto di appoggio concreto, in un mondo che ricerca l’astratto - L’efficacia di una tecnica non può essere rappresentata dalla sua apparenza (S. Egami Sensei) -.
Fede

L'immagine rappresenta il Dojo SHŌ MON e mi appartiene

NERVO VAGO

L'Osteopatia si fonde, per definizione, con il concetto di Salute. L'Osteopata con un uso sapiente della propria conoscenza, sensibilità (tattile, ma non solo) e del proprio intuito può aiutare in molti modi i propri pazienti a "stare meglio". Uno di questi modi è instaurare un dialogo con il Nervo Vago … Proviamo a vedere il perché.


Il Nervo Vago, X nervo cranico, aiuta a regolare una vasta gamma di funzioni corporee necessarie a mantenere l'omeostasi. 

Questo nervo, principale componente del sistema vegetativo parasimpatico, non è un unico nervo, ma un sistema a doppio senso di comunicazione tra strutture viscerali e cervello; esso regola la risposta dell'individuo all'ambiente, permettendo all'individuo di monitorare continuamente i parametri omeostatici e metabolici, determinando così la capacità di modulare la risposta agli stimoli.

Quindi il Vago è qualcosa di più complesso che l'antagonista del simpatico; non agisce come singola via neurale bensì, secondo la teoria polivagale di Porges, i due rami, ventrale e dorsale, originando in punti differenti, hanno funzioni molto diverse tra loro. Il ramo ventrale origina precisamente dal nucleo ambiguo del lato ventrale del tronco encefalico. Il ramo dorsovagale ha origine dal pavimento del IV ventricolo cerebrale.

Il ramo ventrovagale agisce insieme ad altri quattro nervi cranici (V, VII, IX, XI) ed è mielinico. Il ramo dorsovagale, il più antico dei due è amielinico.

Diversamente dal sistema simpatico che permette una mobilizzazione estrema per facilitare la reazione "combatti o fuggi", entrambi i rami del Vago possono provocare "l'immobilità". Tuttavia, il ramo ventrovagale e il ramo dorsovagale producono rispettivamente due stati di immobilizzazione molto differenti, basati su due tipi molto diversi di attività fisiologica. 

Quando il ramo ventrale e i quattro nervi cranici associati funzionano nel modo corretto, si sperimenta l'auspicabile stato di "coinvolgimento sociale" (social engagment). Per essere "socialmente coinvolti" dobbiamo sentirci al sicuro, senza dover superare o evitare qualsiasi minaccia esterna combattendo o fuggendo; oltre a ciò dobbiamo essere fisicamente in salute. In questo stato possiamo permetterci di rimanere immobili senza paura (rilassati). Possiamo mantenere un atteggiamento attivo e vivace senza collassare né, al contrario, sentirci sovraeccitati. Viene favorito il recupero e il riposo, assicurando che siano presenti i presupposti fisiologici per la salute fisica ed emotiva, l'amicizia, la cooperazione, il sostegno reciproco …

Il ramo dorsale agendo individualmente, provoca uno stato di "collasso" (shutdown) metabolico. Grazie ad esso gli animali possono ridurre i livelli di attività delle loro funzioni vitali e preservare le energie: una sorta di "immobilizzazione con paura", siamo impauriti ma non facciamo nulla per affrontare il pericolo o scappare; semplicemente ci arrendiamo. Quando questa attività diventa cronica, la sua controparte emozionale è caratterizzata da sentimenti depressivi.

L'altro stato che coinvolge il circuito dorsovagale è definito "immobilizzazione senza paura" e abbina l'attività nel circuito dorsovagale con l'attività nel circuito del social engagment. Questo stato è appropriato quando ci sentiamo al sicuro e scegliamo di rimanere relativamente immobili, in modo da entrare in intimità con un'altra persona.

In definitiva, secondo Porges, i sistemi adattivi alla paura, si evolvono in senso filogenetico e ontogenetico da una risposta di immobilizzazione (morte apparente), mediata dal sistema dorsovagale, a uno stato di mobilizzazione con risposte di attacco/fuga, mediato dall’ortosimpatico, e da uno stato di inibizione della risposta di immobilizzazione con possibilità di relazione ambientale, mediata dal sistema ventrovagale.

Il sistema ventrovagale influenza anche la funzione immunitaria e intestinale. Il collegamento cerebro-enterico è bidirezionale (gut-brain axis). Il sistema enterico/cerebrale integra le informazioni provenienti dalle viscere e le veicola alla amigdala, alla corteccia prefrontale mediale. Se il sistema di inibizione della corteccia prefrontale mediale non è sufficiente, lo stress prolungato ha effetti deleteri sulla muscolatura liscia dell’intestino e sulla permeabilità di membrana, con alterazione del microbiota.

Da questo breve excursus fisiologico risulta più che evidente l’importanza del Nervo Vago per la Salute, intesa come concetto ampio di qualità del rapporto con l’ambiente e con gli altri piuttosto che come mera assenza di malattia. In un momento delicato e “distressico” come quello attuale, cercare un equilibrio che vada oltre le apparenze dettate da una società sempre più avvelenata e sempre meno vicina alle esigenze di un individuo, considerato proprio etimologicamente “indivisibile”, fatto di corpo, mente, spirito ed emozioni.

L’Osteopatia può aiutare in tutto questo?

Sì, credo proprio di sì.

Come? Per qualunque consiglio puoi rivolgerti al tuo Amichevole Osteopata di Quartiere.😅🙏🏼🌊🧙🏽‍♂️🕸️

Fede

Se siete temerari potete tuffarvi in poche, ma interessanti righe di anatomia.

Il Nervo Vago (X n.c.), detto in passato anche pneumogastrico, si estende dal bulbo fino al disotto del diaframma; durante questo lungo cammino fornisce rami ai visceri contenuti nel collo, nel torace e nell'addome .

Il Vago contiene fibre motrici e sensitive ed è il più importante componente del parasimpatico encefalico: la maggior parte dei centri bulbari parasimpatici entrano nella sua costituzione. Mediante il suo vasto apparato viscerale, il Vago innerva il tubo digerente, il cuore, l'apparato respiratorio. È riconoscibile un componente vagale in tutti i visceri aventi rapporto col celoma, fino allo stretto superiore del bacino.

È, dunque, un nervo misto, costituito da:

_ fibre motrici somatiche (mm faringei, costruttore medio ed inferiore, laringei e parte striata superiore esofagea);

_ fibre pregangliari parasimpatiche deputate all'innervazione eccitosecretrice e motrice;

_ fibre sensitive somatiche (padiglione auricolare esterno);

_ fibre sensitive viscerali (toraco-addominali);

_ fibre sensitive del gusto (calici gustativi e faccia anteriore dell'epiglottide).

> Emergenza: solco laterale posteriore del bulbo.

> Ramificazioni: rami meningeo, auricolare, comunicante con il Nervo Glossofaringeo, faringeo, cardiaci, cervicali superiori e inferiori, cardiaci toracici, bronchiali, renali; tronchi vagali anteriore (rami gastrici anteriori ed epatici) e posteriore (rami gastrici posteriori e celiaci); nervi laringeo posteriore (rami esterno ed interno) e laringeo ricorrente (rami tracheali, esofagei e faringei).

> Distribuzione: cuore, parete dell'aorta e dei suoi grossi rami, ghiandole e muscolatura liscia delle vie respiratorie, dell'apparato digerente (tranne il suo tratto terminale) e di una parte dell'apparato urinario; muscolatura striata della faringe, della laringe e della parte prossimale dell'esofago; seno carotideo, glomo carotideo, mucosa della laringe, della faringe, della trachea, dell'esofago e degli altri visceri toracici e addominali; calici gustativi  della mucosa dell'epiglottide e dell'orofaringe; cute del padiglione auricolare, del meato acustico esterno e della superficie laterale della membrana del timpano.

Il ramo meningeo, tramite filamenti si distribuisce alle meningi.

Riassumendo brevemente, il Nervo Vago, "vaga" letteralmente per il corpo, partendo dal tronco encefalico e arrivando al torace e all'addome, dove regola molti degli organi interni. Esso innerva i muscoli della gola (faringe e laringe) e gli organi della respirazione (polmoni), della circolazione (cuore), della digestione (stomaco, fegato, pancreas, duodeno, intestino tenue mesenteriale e le sezioni ascendente e trasversa dell'intestino crasso) e dell'escrezione (reni).


Testi consultati e per approfondire:

  • Atlas of Human Anatomy and Surgery - Bourgery-Jacob - Taschen

  • Trattato di Anatomia Umana -Testut-Latarjet - UTET

  • Atlante di Anatomia Umana - Anastasi-Tacchetti - Edi Ermes

  • Manuale di Osteopatia Cranio Sacrale - Deidda - Ghedini

  • Vago, il mio nervo più importante - Rosemberg - Macro Edizioni

  • https://mattioli1885journals.com - L’Universo sconosciuto del Sistema Nervoso Autonomo - Articolo a cura di Carmelo Turano e Caterina Podella 2019 


L'immagine è tratta da "Atlas of human anatomy and surgery", da me eseguita nel mio studio professionale e mi appartiene.

mercoledì 20 ottobre 2021

SCIATALGIA

 >SCIATALGIA<

"Sciatalgia" è diventato, nel tempo, un termine di largo uso comune. Spesso abusato e frainteso, viene associato a fantomatiche "ernie" e "protrusioni" discali, o, per gli amanti delle ricerche sul web, a contratture muscolari, in genere attribuite al povero muscolo piriforme, ormai considerato colpevole delle peggiori nefandezze posturo/algiche riguardanti la colonna vertebrale.

Mal di schiena, sciatica, sciatalgia, lombosciatalgia più raramente, diventano così, nell'immaginario "popolare", tutti sinonimi di un non ben definito malessere che coinvolge la zona lombo-sacrale della colonna, spesso il muscolo gluteo e a volte, seguendo il decorso del nervo sciatico o altri percorsi più fantasiosi, l'arto inferiore.

Descrizioni caleidoscopiche e pittoresche del termine "sciatalgia" si sentono ogni giorno in studio e, al di là del senso di fastidio, dolore o impotenza funzionale, tutte hanno come denominatore comune il disagio quotidiano che viene vissuto.

L'Osteopatia, dunque, entra da protagonista nella storia che stiamo raccontando, non già come "tecnica terapeutica" risolutrice dell'infiammazione nervosa o della contrattura muscolare, bensì come percorso di consapevolezza, un lavoro sulla globalità del paziente, su quelle che possono essere cause o concause della sensazione di disagio di cui sopra e, soprattutto, su tutte le "energie" che la persona in questione riceve, trasmette, elabora.

Quindi il cambio di paradigma è notevole e, l'Osteopata, da semplice (ma non per questo inutile, ovvio) "manipolatore seriale", acquista un ruolo centrale di osservatore privilegiato, in grado quindi di poter aiutare un corpo in difficoltà a ripristinare un'armonia organica, in maniera dolce ed afferente, offrendo la propria neutralità al servizio della Salute del paziente e conducendolo verso un paesaggio di Quiete.

Un bel salto: da cacciatore di disfunzioni a dispensatore di armonia, di Salute.

Accoglienza, ascolto, osservazione e pazienza diventano le armi per interagire con un organismo in sofferenza e le chiavi per aprire (molto spesso si trovano ben serrati) scrigni e casseforti dove il paziente rinchiude la propria energia terapeutica (quasi sempre annichilita da eccesso di farmaci, ipomovimento, stravizi alimentari, stressor esagerati e continui, abuso di "luci blu" …).

Riuscire a trovare una connessione con questa forza curativa, sempre presente dal concepimento in avanti (forse anche da prima) è un'esperienza unica; ogni volta unica.

_

"Tu comunque sei un Mago 🧙🏽‍♂️".

"Ah sì? E dimmi, cosa avrei fatto di così straordinario🌊?".

"Ma, guarda. Io ero abituata ad un'altra osteopatia 🛠️ e francamente la sera dopo il trattamento, arrivata a casa, mi sono detta … boh, si, sono rilassata, sto bene, ho un po' di fastidio, ma comunque è una sciatalgia e cosa vuoi, con la mia schiena, non mi ha fatto scrocchiare, non mi ha sbloccata. 🤔

Beh, il giorno dopo non avevo più nulla. È senz'altro una magia😅"

"😂 Come ti ho già detto, hai fatto tutto tu, io ho osservato solo che agisse chi doveva agire 🌊🙏🏼".

_

Questo confronto con forze che emergono prepotenti dall'origine dell'uomo stesso diventa, oggi più che mai, un appiglio di potenza inesauribile per un accesso alla Salute sempre più messo in discussione, aggredito e svenduto sugli altari di una sanità burocratizzata, prezzolata, lontana anni luce dalle persone e dai loro reali bisogni.

Fede

Immagine tratta da pagina facebook di Osteopathic College Trieste




martedì 12 ottobre 2021

UNA LACRIMA HA LA FORMA DI UN GUSCIO, E' UN RIFUGIO

 >UNA LACRIMA HA LA FORMA DI UN GUSCIO, È UN RIFUGIO< (J.Jealous)

"Ci Muoviamo Verso il Mistero".
La ricerca di comprensione dell'essere umano attraverso la visione Biodinamica dell'Osteopatia è un percorso che richiede Umiltà: verso la Salute e le forze primigenie da cui essa deriva, verso l'Universo che, instancabile, le anima, verso il paziente, verso se stessi, verso antichi e nuovi Maestri.
Diventa un chinare il capo, con fierezza e, soprattutto, accettazione del proprio ruolo di spettatori responsabili, distaccati, ma profondamente presenti rispetto ad un dialogo ancestrale che ci vede, neutrali e trasparenti, esploratori di territori ignoti, sentieri (path, osteo-path) dai quali emerge la Salute dell'Origine, nuda, maestosa nella sua Potenza (Potency), Intelligente, Capace, Precognitiva.
Come non commuoversi ogni volta di fronte a tali meraviglie all'apparenza così distanti, ma effettivamente così vicine?
_ Chiudo gli occhi. Sono un Osservatore ammirato di ciò che sta succedendo vicino alle mie Mani, intorno ai miei Sensi.
Apro gli occhi e, all'orizzonte vedo l'Oceano che sento bagnare le mie dita.
Chiudo gli occhi e il garrito dei gabbiani porta alle narici un profumo salmastro … la Lunga Marea sfiora il mio corpo.
Silenzio. Quiete. _
Sono una goccia, siamo tutti la stessa goccia e, mentre scrivo queste parole, mi accorgo che è la stessa Marea a scriverle per me.
Fede🙏🏼🧙🏽‍♂️   
Grazie di Cuore a Roberto Guglielmi e Roberto Frumento per ciò che ogni volta, sempre di più, offrono e, particolarmente per il modo in cui lo fanno. Jim È sicuramente orgoglioso.
 
Le immaginirappresentano il mare davanti a Bergeggi (SV) e il manuale di Fase 2 di Osteopatia Biodinamica e mi appartengono

mercoledì 1 settembre 2021

NUOVO MONDO

>NUOVO MONDO<
 
 
Mi muovo in un nuovo mondo, ossimorico e contraddittorio, fissato da occhi sospettosi e sfuggenti, occhi antropofobici come le bocche sentenzianti, spesso silenziate e sostituite da agili dita su piccoli schermi in grado di trasmutare pavidi anatroccoli in aquile reali.
Questa pallida e virtuale realtà, ologramma di un decadimento spirituale profondo, disegna e plasma menti affannose di non sapere (mentecatto: mente captus - preso nella mente) e orgogliose di manifestarlo con la stessa facilità con cui le convince di essere virtuose, alimentando, di fatto, un vacuo circolo vizioso dove l'effetto Dunning-Kruger diventa menzione da curriculum.
Mi muovo stranito in questo nuovo mondo, non già perché in possesso di chissà quali caratteristiche ascetiche o di perfezione morale, tutt'altro, bensì per il curioso difetto di provare godimento nel fermarmi a pensare, il tignoso tic di sublimare di piacere nel leggere e studiare, ma soprattutto per la diffamante vergogna del cercare di andare oltre, privo di paraocchi riduzionistici, abbracciando la misteriosa ed affascinante vastità dell'Uomo inteso come porzione dell'Universo e delle sue energie.
In questo momento ho bisogno di "grandi spazi" e "piccole cose". 
"You don't have a Soul. You are a Soul, you have a body" ( cit.)
Fede
 
Immagine tratta da:
https://www.giulianaconforto.it/post/295

mercoledì 25 agosto 2021

VIETATO L'INGRESSO AI RAGNI E AI VISIGOTI

>VIETATO L'INGRESSO AI RAGNI E AI VISIGOTI<


Per manifestare la loro forza, il loro potere, le loro virtù (reali o presunti) molti uomini pensano sia necessario emarginare qualcuno.

_Non sono razzista, ma … _ [cit.].

_Non vuole essere un atteggiamento discriminatorio, ma … _ [cit.].

_ Tutti abbiamo gli stessi diritti, ma … _ [cit].

"Excusatio non petita, accusatio manifesta" potrebbe figurare in maniera egregia come cappello introduttivo alla moltitudine di barbarie linguistiche, lessicali e concettuali leggibili e ascoltabili su tutti gli organi di (dis)informazione; social, ovviamente, inclusi.





Le contorte blasfemie cerebrali di cui sopra, come un uroboro, hanno un incomprensibile potere autorigenerante e contagiante, saltabeccando con inaspettata eleganza tra diversi argomenti, mostrano una eguale capacità banalizzante, ossimorica, riduzionista.

La teoria alla base di tutto questo becero qualunquismo si poggia sul "modello del contagio" o della "contaminazione", facendo leva, a volte direttamente, spesso in maniera più subdola, su timori più o meno reali riguardanti fantomatiche problematiche di "salute".

Spesso mi trovo a ridacchiare a fronte a tali inconsistenti manifestazioni di piatta encefalografia, che invece, resistente alla mia strafottenza, si insinua, essa sì come morbo appestante, tra menti soffocate dal comodo abbraccio delle luci blu trasformandosi ben presto in bava biancastra ai lati di labbra urlanti, contorte da inaudita violenza segregatoria.

https://youtu.be/sxyB-RIHY_U

Avevamo (quasi) appena limitato scomode eredità "Io devo aspettare fuori" assurgendo quadrupedi pelosi (giustamente) a membri ufficiali della società, per poi cadere, stupidamente fallaci, in deprimenti emarginazioni veicolate da strategie mediatiche del terrore, come d'altronde la storia insegna e, ovviamente, noi non impariamo.

 Fede🙏

Le immagini sono tratte da:

https://www.focusjunior.it/comportamento/vietato-ingresso-ai-cani-e-agli-italiani/

http://www.orda.it/rizzoli/stella/immagini/foto/popup/cartello.htm

https://www.ilmessaggero.it 

https://www.huffingtonpost.it/2017/04/14/vietato-lingresso-ai-giovani-neri-e-ai-cani-il-cartello-razz_a_22039585/

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Negozio_ariano_vietato_agli_ebrei.jpg

www.amazon.it

domenica 18 luglio 2021

IL CONCETTO DI SALUTE E IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO

 >IL CONCETTO DI SALUTE E IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO<

_Il concetto di “salute” è stato definito per la prima volta nel 1948 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e definito come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Per conseguirlo l’individuo o il gruppo devono essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente o adattarvisi.

Circa quaranta anni dopo, nel 1986, l’Oms presenta la Carta di Ottawa come risposta all’esigenza sempre più diffusa di un nuovo movimento mondiale per la salute. Il documento si basa sulla teoria socio-ecologica della salute ponendo l’accento sul legame inestricabile tra l’uomo e i sottosistemi che compongono l’ecosistema nel quale vive (famiglia, comunità, ambiente fisico e socio-culturale). Su queste premesse la Carta definisce il concetto di “promozione della salute” come il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla. Secondo la Carta di Ottawa, promuovere la salute significa:

costruire una politica pubblica per la tutela della salute

• creare ambienti capaci di offrire sostegno

• rafforzare l’azione della comunità

• sviluppare le capacità personali

• riorientare i servizi sanitari.

La salute vista, dunque, come risorsa di vita quotidiana, non come obiettivo di vita: un concetto positivo, che insiste sulle risorse sociali e personali, oltre che sulle capacità fisiche. Di conseguenza, la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario e necessita di azioni sinergiche e intersettoriali con altri ambiti sociali.

Negli ultimi decenni, la presa di coscienza globale del rapporto di interdipendenza che si instaura tra ambiente e individuo ha fortemente influenzato sia le tematiche generali relative alla promozione della salute, sia gli studi che sono stati condotti al fine di comprendere le leggi che regolano l’adozione di stili di vita salutari e i processi di cambiamento dei comportamenti a rischio. 

La centralità degli stili di vita nel determinare lo stato di salute e il benessere dei giovani (e quindi anche la loro salute futura di persone adulte) è una delle importanti acquisizioni del moderno approccio alla promozione della salute di cui devono tenere conto la ricerca socio-sanitaria, le azioni politiche e i programmi di educazione. 

Ogni intervento di educazione e promozione della salute deve anche tener conto della conoscenza delle diseguaglianze sociali, in particolare nell’accesso ai servizi e all’informazione stessa, allo scopo di individuare correttamente e raggiungere al meglio i gruppi di popolazione più a rischio._ (https://www.epicentro.iss.it/guadagnare-salute/programma/CorniceRiferimento)

_La nuova definizione di salute, presentata nel 2011, la definisce come “la capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla sfide sociali, fisiche ed emotive”. Tale definizione pone l’accento sulla capacità dell’uomo/persona di convivere con la malattia nelle sue varie fasi._ (https://evasiopasini.it/dottor-evasio-pasini-blog/16-nuova-definizione-di-salute-dell-oms-come-il-paziente-ed-il-medico-dovranno-affrontare-la-malattia.html).

Il modello di riferimento, quindi, negli ultimi anni cambia radicalmente: da una salute “schiava” della malattia e da essa definita (salute = assenza di malattia), si è passati ad un concetto più profondo che prevede la malattia come parte integrante della vita, anche di una vita in salute, mettendo l’accento, finalmente, sulle capacità organiche di reazione agli avvenimenti avversi. Salute come ottimale capacità di autoregolazione.

il paradigma muta in maniera importante, spostando il tiro da una concezione “farmacocentrica” della Salute ad una “stiledivitacentrica”, dove le abitudini ed i segnali (psico-neuro-endocrino-immunologici) che il nostro organismo deve gestire diventano determinanti e, paradossalmente, arrivano a definirci come specie (siamo come ci comportiamo).

Attività fisica, alimentazione sana, contatto con la Natura e con la luce solare, meditazione e rilassamento corpo/mente, pace interiore, pazienza, curiosità intellettuale, amore … diventano concetti primari nel definire la Salute e obbligano ad una riflessione profonda e culturalmente neutra, libera da insensati campanilismi alimentati ad arte da media e social network, verso il periodo che l’umanità sta vivendo e le scellerate scelte, politico/economico mediate, in campo sanitario.

Come Osteopati abbiamo il privilegio di abbracciare questi modelli concettuali già ereditati dai grandi maestri delle origini: 

• Il Corpo è un’unità. La persona è un’unità di Corpo, Mente e Spirito.

• Il Corpo ha la capacità di Autoregolarsi e Autoguarirsi.

• Struttura e funzione sono reciprocamente correlate.

(http://www.soma-osteopatia.it modificato).

Quindi il nostro passo è andare ancora oltre, riconoscere la Salute nel “paziente”, sincronizzarsi con essa, con quella Respirazione Primaria da cui tutto ha origine, ma a cui tutto torna, presente in ognuno di noi, ben consci che quello di Salute è un paradigma che supera le barriere concettuali create dello studio dettagliato dell’anatomia e della fisiologia ed è considerabile come espressione della forza creativa universale, quell’energia “misteriosa” che ci differenzia da un oggetto inanimato.

Viviamo in un universo dinamico, espressione della complementarietà di creazione e distruzione che, inarrestabili e interdipendenti, si susseguono ininterrottamente. L’uomo è, attimo dopo attimo, espressione di questo.

Il dr. William Gardner Sutherland, padre dell’Osteopatia in ambito Craniale, identificava questo processo di creazione con il concetto di “Respiro della Vita” (Breath of Life): -La creazione rivela i suoi fini mediante il Soffio di Vita -.

Sutherland sosteneva che nei fluidi corporei il Soffio della Vita andasse a generare una forza ordinatrice atta a guidare armoniosamente la forma e il funzionamento del corpo e della mente umana. (→ Respirazione Primaria → Potency: espressione del Respiro della Vita. Ha funzioni di organizzare, proteggere e guarire che possiamo assimilare al concetto di Jing (essenza vitale) della MTC - Medicina Tradizionale Cinese - Jing (essenza vitale o quintessenza vitale): Il Jing è all’origine della vita e, dunque, precede l’uomo. Al momento del concepimento, l’unione tra i due Jing riproduttivi dei genitori, si combina con il Qi cosmico (YongQi) per dare inizio alla vita. Il Jing è questa materia/energia che sa diventare vita, da esso inizia a prendere forma la strutturazione energetica e corporea del nuovo individuo e nei meridiani appena formati inizia a scorrere YuanQi, l’energia capace di attivare gli organi che si stanno plasmando). 

Connettersi con la Salute, questo è l’arduo compito dell’Osteopatia, questo è il lascito di Still, quel “Keep it pure” che diventa la sfida fondamentale, soprattutto oggi: trasmutare da “cercatori di malattia”, di disfunzioni a “cercatori di Salute”, di armonia. Possiamo solo immaginare quanto ce ne sia bisogno.

Fede🌊

“Il medico deve parlare di ciò che è invisibile. Ciò che è visibile appartiene alla conoscenza ed egli deve riconoscere le malattie, proprio come chiunque altro, che non sia medico, può riconoscerle dai loro sintomi. Ma tutto ciò è ben lungi dal fare di lui un medico. Egli diviene tale soltanto quando conosce ciò che è innominato, invisibile ed immateriale e pur tuttavia efficace” Paracelso

“In poche parole l’Osteopatia è l’arte di utilizzare le proprie mani per ingaggiare un processo terapeutico governato dalla Salute del paziente” J.Jealous DO

Immagine tratta dalla pagina Instagram "Natures"









mercoledì 16 giugno 2021

RITMI VITALI

>RITMI VITALI<
Aspetto sempre che sia l'organismo del paziente a prendere l'iniziativa.
Lo lascio esprimere, ascolto con pazienza la storia che ha da raccontare.
Non sono parole quelle che vado cercando, il confronto si attua su una linea molto più sottile, ma dal significato universale, inequivocabile.
Da un lato ci sono le mie mani e la mia capacità percettiva, dall'altro ritmi che, instancabilmente, avvolgono un corpo ansioso di comunicare.
Sono ritmi primordiali, più antichi della vita stessa, ma con lei intrecciati in un abbraccio che, se espresso in maniera fluida, conduce alla Salute.
È come se l'intero corpo respirasse, con fasi di espansione alternate a fasi di retrazione, su una scala temporale estranea ai normali fenomeni di inalazione ed esalazione dell'aria, ma dal medesimo ineluttabile significato, anzi, ancora più fondamentale, tanto da meritarsi l'appellativo di "Respirazione Primaria".
Aspetto "che la volontà del paziente si arrenda alla Respirazione Primaria (R.Becker)" per avere una sorta di chiave di lettura della situazione.
_ Ho gli occhi chiusi e le mani a sfiorare un corpo bisognoso di aiuto. Ho pulito, come sempre, la mia essenza per affacciarmi ad una condizione di neutralità, ma oggi di più. Quando viene lei sempre molto di più. Non posso permettermi errori, potrebbe addirittura non salire sul lettino, ha una sensibilità talmente spiccata da sentire immediatamente l'accoglienza.
Oggi, stranamente, i suoi ritmi vitali, solitamente pimpanti e vigorosi, sono distanti. Fatico non poco a trovare una chiave di accesso e sono "tempi morti" che con lei devo assolutamente evitare.
Finalmente uno spiraglio, flebile, ma presente; si quieta un poco, intoniamo un paio di canzoni (oggi le richieste sono "Bella Ciao", "Resta con noi Signore la sera", e "E poi" … un medley sacro-profano da hit parade), l'addome cede qualche passo e ci accontentiamo. _
Ritmi vitali distanti; ultimamente ogni tanto capita e, senza pretendere alcun nesso causale noto, specialmente, in chi ha fatto il vaccino, soprattutto se questo ha creato qualche problema collaterale.
Sono conscio che non significhi nulla, addirittura c'è chi bolla questo tipo di approccio alla Salute come ciarlataneria, quindi i miei sono solo pensieri personali "ad alta voce", diciamo.
Ma non posso fare a meno di evidenziarlo e di ragionarci su.
Fede 💫🙏🌊
 
IImmagine tratta da: https://pixels.com