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giovedì 9 ottobre 2025

 >DigOnDay<
Anima
Un raggio di luna illumina la boscaglia dei miei pensieri; spesso ho timore di guardarvi dentro, ma non ora.
Scruto curioso l’alternanza del mio essere dicotomico, il balletto yin/yang che permea l’Universo non ha eccezione che mi riguardi, quindi mi lascio catturare da questo ipnotico rimbalzo, ritmico, lento, come un cuore che batte, come un corpo che respira, come un Soffio possente, ma impercettibile, che espande in me.
Lascio che questa forza primigenia afferri il mio corpo e mi faccia suo; le parole di Bharata accarezzano i miei sensi e segnano il cammino, Roberto mi sfiora e lo sento vicino; mi trovo ad espirare lasciando cadere radici nell’oblio profondo della mia essenza, mi sento inspirare lanciando rami nell’infinito cielo fuori e dentro di me.
Un Albero. L’Osteopatia Biodinamica è un Albero.
Presenza
I sorrisi sono porte.
Specchio i miei occhi nei suoi e mi perdo nel suo sorriso. Semplicemente saperla qui mi conforta e libera l’ingresso ai labirintici sentieri della mia coscienza; lascio che la mia porzione più istintuale possa fare capolino e, seduto in cerchio, fianco a fianco con chi condivide un mio sentire, posso diventare parte di qualcosa di antico, di Sacro. Divento una goccia, in un mare di gocce. Divento un fiore di un magnifico giardino. Divento la Vita che scorre da cuore a cuore, in un istante infinito, che è già passato.
Sono lì.
Siamo lì. 
Un disegno. L’Osteopatia Biodinamica è un disegno.
Silenzio 
Quando appoggio le mani cado in un anfratto silenzioso.
La tentazione di perdermi lambisce i miei confini, l’Ego sussurra mellifluo disturbi al mio Riposo. 
Rimango al centro, nel cerchio, con i miei compagni. Una Comunità al Servizio.
Osservo il fuoco della Cura compiere il suo lavoro: un attimo di immobilità prima che la danza terapeutica delle forze di autoguarigione inizi a manifestarsi; immobile.
Il Silenzio non è assenza di pensieri, è lo spazio tra i pensieri.
Il Silenzio non è assenza di parole, è lo spazio tra le parole.
Il Silenzio non è assenza di rumori, è lo spazio tra i rumori.
Il Silenzio è una linea mediana attraverso la bontà creativa e fondamentale di Spiriti affini che, pur lasciando ognuno impronte differenti, camminano insieme sullo stesso Dō, sulla stessa Via di realizzazione; per il bene proprio, per il bene comune, Universale.
La trasmissione di tutto ciò è tradizionalmente orale, da Maestro ad allievo, la particolarità è che non sono necessarie parole.
È sufficiente esserci; è sufficiente essere. 
In Silenzio.
Spazio. L’Osteopatia Biodinamica è uno spazio.
Anima, Presenza, Silenzio. Questi tre momenti di annichilente energia, sono il lascito del mio DigOn Day, un elegante Vuoto dove gli abbracci sono cercati e sinceri, dove le emozioni cavalcano in praterie sconfinate, dove il brusio di fondo si attenua al punto che riesci a sentire il tuo battito, il tuo respiro, il tuo Amore, ovunque esso sia diretto.
Grazie.
A presto.
L’Osteopatia Biodinamica è un Albero Disegnato nello Spazio.
Fede
“All’interno di questa Vacuità, una sol
ida roccia è Vacuità” (Dōgen)

L'immagine è tratta da https://tg24.sky.it/scienze/2023/12/21/albero-natale-spazio-nasa


sabato 14 giugno 2025

MATSURI 2025 - ALÈTHEIA

 >MATSURI 2025 - ALÈTHEIA<


“La nostra vita è lo strumento mediante il quale compiamo esperimenti con la verità“ (Thich Nhat Hanh).

Una sera, ricordo benissimo era un Capodanno, mi si chiese cosa significasse per me praticare Karate.

“È rivelazione”, risposi.

Ci sono momenti dove le porte del mistero si schiudono e il tuo sguardo coglie frammenti di un mondo che non riconosci, ma senti tuo; sono piccoli istanti senza tempo capaci di risvegliare sinapsi mnemoniche e scostare un velo.

Quell’agitazione è la tua agitazione.

Quelle lacrime sono le tue lacrime.

Quei sorrisi sono i tuoi sorrisi.

Quella gioia è la tua gioia.

Diventa reale emozione, un impulso atto a muovere qualcosa dentro di te, quando ti rendi conto che non stai solo osservando, ma stai partecipando con ogni cellula del tuo corpo, ad un turbinio di pensieri solo in apparenza caotici; pensieri che acquistano forma fino a trasmutare in vera e propria azione. 

Tempo.

Ritmo.

Distanza.

Kime.

Quel momento prende vita e resta così indelebile.

Ciò che manca torna ad essere presente, in un piccolo gesto, in un abbraccio sincero o, semplicemente, in una piccola bellissima bimbetta che sgambetta felice incurante del contorno.

Verità, questa è la parola che, anche se non pronunciata, rimbomba nel Dojo. 

Un bellissima parola, un grande regalo.

Fede

“Alètheia indica qualcosa che non è più nascosto, che non è stato dimenticato. In questo senso il termine può essere tradotto come verità intesa nel senso di rivelazione e di svelamento”. (officinafilosofica.it)

La foto mi appartiene e rappresenta, quasi al completo, il Dojo ShōMon

sabato 21 dicembre 2024

CHE NON SO SPIEGARE

 >CHE NON SO SPIEGARE<

 

Ogni trattamento ha una storia da raccontare.
Spesso frammenti di vita si pongono tra le mani e l’esercizio è cercare di ricomporre almeno in parte, assemblare come tessere di un puzzle e rendere fluido un racconto balbettante, focalizzato solitamente su un “dolore” o su una "ipofunzionalità”, cercando di cogliere nei silenzi, nelle pause, nei movimenti lenti e appena accennati un filo conduttore. Una storia, appunto.
Questo è il Cuore del trattamento, uno spazio privo di ego, uno spazio che diventa una vera e propria apertura all’altro.
Le storie sono quasi sempre molto diverse e molto lontane dal “dolore” o dalla “ipofunzionalità”, ma rappresentano il luogo dove cercare, la strada verso una “causa”, la serratura giusta proprio per la chiave che tieni in mano.
A volte questa chiave apre porte inaspettate e, dirompenti come mare in tempesta, le storie escono dai loro argini e ti travolgono: “Sto piangendo e non so il perché, ma sto provando una sensazione di benessere così profonda che, che non so spiegare”.
Fede

L'immagine mi appartiene

domenica 16 giugno 2024

VITA

 VITA

"Cos’è la vita? È il lampo di una lucciola nella notte. È il respiro di un bufalo d’inverno. È la piccola ombra che attraversa l’erba e si perde nel tramonto" (Piedi Neri)

Il Dojo (道場 - luogo dove si segue la Via) rappresenta uno spazio dove si intrecciano e si mescolano numerose essenze, intendendo con questo termine proprio 精 - Jing - essenza vitale, che in un'ottica Taoista definisce come ciò che si è sia comprensivo di ciò che si è stati e del proprio potenziale (ciò che si sarà); "Se siete qui è perché probabilmente in un'altra vita eravate dei combattenti" (M° M.R.).


"Vita" appoggiato sulla parete diventa il simbolo verso il quale il saluto colma di sacralità il vuoto di "Kara" (空), inteso con l'accezione che proprio il Maestro Funakoshi, riprendendo gli insegnamenti del buddismo Zen e anticipando le moderne teorie quantistiche, gli aveva assegnato: "Shiki soku ze ku (kara) - Ku (kara) soku ze shiki" - "Tutti gli aspetti della realtà visibile equivalgono al vuoto (il nulla) Il vuoto (il nulla) è l'origine di tutta la realtà". 
Questa consapevolezza scuote la mia coscienza e sentire le parole del Maestro Luciano Parisi evidenziare con una potenza interiore, non minimamente scalfita dal tremore della voce, tale profondità del Shō Mon Dō del Maestro Marco Rescigno, della sua visione del Karate Dō e cito - per la salute psico-fisica e dell'anima dei suoi allievi - apre un enorme portale di nuova comprensione creando spazi sconfinati nei quali esprimere la propria essenza e percorrere questo cammino di miglioramento personale.
Da Maestro ad Allievo.
"... In un'arte marziale prima, pieni di odio, si cerca di distruggere l'avversario, poi di ucciderlo con una sola tecnica, poi di sconfiggerlo senza ucciderlo, poi di batterlo senza fargli male ed infine, pieni d'amore, di vincerlo senza combattere ... Questo è il Dō" (S. Egami). 
Il suono profondo dei "Taiko" sposta i miei pensieri. L'incedere possente dei ritmi alimenta il fuoco interiore, scandisce il battito del cuore e la frequenza del respiro, sembra un richiamo prima della battaglia o forse un saluto d'addio o ancora un abbraccio carico di sentimento. O tutto insieme.
Sembra proprio sottolineare la Vita, quella misteriosa circolarità infinita alla quale tutti ci aggrappiamo e proviamo a trattenere. Ma forse essa per esprimere al meglio il suo potenziale ha bisogno solo di essere lasciata scorrere, proprio come il vento che trasporta queste vibrazioni primordiali dentro le nostre anime.
Fede

Le immagini rappresentano "Vita" e sono tratte da:
la prima https://www.zenseitorino.org/dimostrazione.html
la seconda rappresenta il tokonoma del dojo ShoMon e mi appartiene



 





sabato 8 giugno 2024

MATSURI DOJO SHŌ MON

 MATSURI DOJO SHŌ MON - 07/06/2024
La festa del DOJO, la celebrazione dei 40 anni di insegnamento del Maestro Marco Rescigno.
Un velo di pioggia triste inumidisce la mattinata, bagna il volto rivolto al cielo in cerca di uno spiraglio di luce o, forse, di una risposta.
Difficilmente il fluire della quotidianità incrocia le proprie previsioni, a volte è un'alternanza di tocchi più o meno convinti, ma spesso l'Universo ci ricorda come la nostra illusoria onnipotenza decisoria si infranga contro energie primordiali e misteriose verso le quali possiamo solo inchinarci e, assolutamente presenti e consapevoli, prendere atto.
Prendere atto, rendersi conto che "qualcosa" sta accedendo.
Questo è il significato che attribuisco a questa giornata, dove la presenza attenta e convinta, quel famoso e spesso frainteso nipponico "Zen", trasuda da ogni movimento, dal più scoordinato e inesperto, al più talentuoso e ragionato, fino al più emotivamente sentito e interiorizzato nel profondo.
Qualcosa accade; lo si respira nella leggera brezza carica di emozioni che accarezza i keikogi, tirati a lucido per l'occasione; lo si sente nei possenti kiai che arrivano a scuotere i visceri ed in quelli appena sussurrati od addirittura solo pensati, ma comunque lì, presenti. 
Si vede la magia del rispetto e la genuinità dei sorrisi, la ricerca della perfezione, qualunque essa sia, e la perfetta caoticità che questa ricerca genera.
Volti intensi, sguardi profondi e sinceri, divertimento e commozione.
Qualcosa accade perché qualcosa è stato seminato, con amore e passione, ed è cresciuto nel tempo.
Qualcosa accade perché ogni cuore davvero pulsante presente ieri, in questo stato della materia o in un altro, ma comunque presente, ha contribuito e contribuirà a farlo maturare.
Un brivido di sano orgoglio percorre le mie sensazioni. Io c'ero e, ovviamente non tutto è andato come previsto, ma questa è un'altra storia, altrettanto emozionante.
Fede















Le foto rappresentano il Matsuri e mi appartengono




mercoledì 13 marzo 2024

WHOLENESS

 >WHOLENESS<

La luce soffusa allunga le ombre. Ho smarrito ogni cognizione del tempo, ridotto ormai a poco più di una sensazione impalpabile, così come le pareti dello studio, sempre più spalancate verso un orizzonte dai contorni sfumati.

Potrei non sapere precisamente dove poggiano le mie mani: sfiorano trasparenti le spalle o abbracciano una nuvola liquida che si muove lenta?
Non mi pongo il problema, continuo un lento salmodiare di parole cariche di significato, e proseguo sul mio cammino teso a porre distanza, ma presenza, a lasciare fare pur accompagnando con delicato rispetto.
Non cerco sintomi, cause, primarietà o quant' altro, bensì aspetto l’ingaggio di un processo terapeutico del quale posso essere esclusivamente osservatore privilegiato; un atto compiuto dal tutto che ci circonda verso la totalità che ci permea.
Il neutro che si respira è poderoso e spinge la mente, solitamente curiosa e intraprendente, verso uno stato di solida quiete.
Non faccio nulla eppure tutto accade.
E poi finisce.
Respiro.
Il mare è intorno a noi e ci attraversa.
Cos' è l'Osteopatia? L'Osteopatia è un albero.
Fede
“Al limite del proprio confine è la Salute. Andate a conoscerla.
Come?
Amate qualcosa con innocenza.
Una cosa … ed aprirà una porta che avete chiuso”. (J.Jealous)
 
L'immagine rappresenta il mio studio e mi appartiene

giovedì 15 febbraio 2024

GUARIGIONE

 

>GUARIGIONE<
 
 
Quando inizio un trattamento (considero in questo termine tutto ciò che mi compete, dall'osteopatia biodinamica, all’attività motoria, alla mindfulness) non ho mai un obiettivo; e nemmeno aspettative.
Ho solo la consapevolezza di apprestarmi ad assistere a “qualcosa”.
Aspetto.
Aspetto senza giudizio.
Aspetto ancora un po'.
Poi “qualcosa” arriva e permette di spostarmi e accompagnare, con la mia presenza invisibile e tutto sommato ininfluente, una forza sovrannaturale, primordiale e possente che inizia a fare quello di cui c’è bisogno, nel posto del bisogno. Inizia a "guarire".
Guarigione intesa, sia come atto del guarire sia, da un punto di vista alchemico oltre che etimologico, come riflessione profonda; parola derivata dall’antico germanico, ma con origini celtiche, "warjan", dove war = osservare e jan = dono divino.
Sono uno spettatore privilegiato di un meccanismo antico quanto il mondo, o forse di più, che scavalca prepotentemente “il sintomo” o l'anatomia e la fisiologia ad esso correlate (pur riconoscendone l’importanza), spalancando le porte ad altre “energie”, direttamente collegate alla Salute,sempre presenti, ma che spesso dimentichiamo di vedere e sentire.
“Wow, non so cosa, ma qualcosa è successo. Qualcosa di grande” … di solito è questo ciò che sento dire alla fine del trattamento o nei gironi successivi.
Si, la Salute è qualcosa di grande.
Fede
 
L'immagine è tratta da: https://www.mondadoristore.it modificata