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E ARTI MARZIALI – LA TEORIA DEI 5 MOVIMENTI E I 5 KATA HEIAN DEL KARATE-DO<
“Il modo con cui si fa una cosa è indice del
modo con cui si fa ogni cosa” Detto giapponeseGli spunti di riflessione che si trovano nel Dojo sono molteplici, a volte criptici, bisogna saperli cogliere e, magari, ci si accorge del suggerimento del Maestro solo in un secondo tempo, altri molto espliciti, richiedono una riflessione immediata e una altrettanto immediata risposta.
La Via del Karate è questa, non già pratica di acquisizione (accumulo) di conoscenze e tecniche, bensì pratica di liberazione intesa come una pulizia in sé, un togliere osservandosi, per giungere all’essenza (illuminazione?) del gesto o della conoscenza. La continua ricerca, verso la quale il Maestro pazientemente ci spinge, è proprio trovare questa gemma primordiale e, quel sabato pomeriggio, durante uno dei nostri stages di approfondimento teorico/pratico: “Chissà se gli Antichi Maestri associarono i 5 Kata Heian ai 5 Movimenti della Medicina Orientale? Provate ad associare ogni Kata ad uno specifico Elemento/Movimento”, la mia Vita prese una piega differente; quella domanda condizionò le mie scelte future e, in un certo senso andò ad accendere la mia ricerca personale, la mia Liberazione.
Facciamo un passo indietro e vediamo con precisione, ma senza dilungarci troppo, di cosa stiamo parlando.
- La Teoria dei 5 Movimenti
La Teoria dei 5 Elementi o Movimenti (Wu Xing Xue) è, nella storia della Medicina Cinese, successiva a quella relativa allo Yin/Yang e si è sviluppata nella stessa scuola filosofica durante il periodo degli Stati Combattenti (476-221 a.C.), anche se i primi riferimenti risalgono alla dinastia Zhou (1000 – 770 a.C). inizialmente non fu sempre utilizzato il termine Movimento, ma “Sedi di Governo” o “Abilità”, infatti, un testo risalente agli Stati Combattenti recita: “Il Cielo invia le Cinque Abilità e il popolo le impegna”; o ancora, alcune correnti di pensiero definirono addirittura 6 Sedi di Governo, adducendo ai Cereali, la definizione di sesto elemento.
Come sempre, quando si riferisce a teorie così antiche e, soprattutto, a luoghi dove il misticismo e il mistero hanno sempre condizionato l’acquisizione di informazioni, il reperire fonti certe è piuttosto complicato, ma di indubbio fascino è il confronto con una cultura così vasta e particolare.
Analizzando il termine “Wu Xing Xue” vediamo come sia la combinazione di tre espressioni:
- Wu,
che significa cinque;
- Xue,
che significa teoria;
- Xing
che può essere tradotto come fase, processo, movimento.
In
realtà, il significato profondo di “Xing” non viene espresso da nessuna di
queste definizioni, infatti il termine, al suo interno, contiene l’indicazione
di un qualcosa di ciclico, una sorta di riferimento alla possibilità di cambiamento
di un fenomeno naturale; ecco perché in alcuni testi si trova l’indicazione di
“Mutamento”. Per questo motivo anche il termine “Elemento” non è traduzione
fedele, in questo caso viene posto più l’accento sull’aspetto sostanziale-materiale,
piuttosto che su quello ciclico-funzionale; generalmente, comunque, il termine
“Movimento” è quello più utilizzato.
Da un
punto di vista prettamente pratico, l’importanza dell’applicazione di questa
teoria e di quella Yin/Yang, risiede nel fatto che rappresentano un punto di
svolta nello studio della Medicina Orientale, disegnando il confine tra un
approccio “sciamanico”, dove le cause di malattia si cercano nel
sovrannaturale, ed uno “scientifico”, dove l’osservazione della Natura e una mirata
fusione di approccio induttivo e deduttivo, si uniscono per interpretare ed
applicare i processi della Natura stessa allo studio delle malattie.
I
Cinque Movimenti sono:
-
Acqua (Shui)
-
Fuoco (Hun)
-
Legno (Mu)
-
Metallo (Jin)
-
Terra (Tu)
La
Teoria dei Cinque Movimenti classifica la maggior parte dei fenomeni naturali
in 5 categorie e, pur essendo piuttosto rigida per poterli interpretare tutti
correttamente, ha però il pregio di poter essere utilizzata nella diagnosi,
nella eziopatogenesi e nella terapia.
Non
entrerò nello specifico della Teoria e del suo utilizzo, non è questo lo scopo
dello scritto, ma questa introduzione mi sembrava più che doverosa, così come
molto importante è definire le caratteristiche di ogni “Movimento”, in modo da
poterli associare alle caratteristiche di ogni Kata Heian.
- Fuoco:
massimo dello Yang, luce e calore, estate, sud,mezzogiorno, massima attività,
trasformazione della materia in energia, movimento verso l’alto. Organi e
visceri associati: Cuore e Intestino Tenue.
- Acqua:
massimo dello Yin, buio e freddo, inverno, nord, mezzanotte, deposito, massima
coesione della materia, movimento verso il basso. Organi e visceri associati:
Reni e Vescica.
- Legno:
passaggio dallo Yin allo Yang, dal buio alla luce, primavera, est, mattina
presto, nascita, crescita, fase di accelerazione, movimento di espansione,
vento. Organi e visceri associati: Fegato e Vescica Biliare.
- Metallo:
passaggio dallo Yang allo Yin, dalla luce al buio, autunno, prima serata,
ovest, raccolta, decelerazione, interiorizzazione, secchezza. Organi e visceri
associati: Polmoni e Intestino Crasso.
- Terra:
non corrisponde ad una specifica stagione; essendo alla base di ogni
trasformazione e il centro, attorno al
quale queste ultime ruotano (periodo interstagionale). In alcuni testi, vista
la posizione fra Fuoco e Metallo, viene
definita “Tarda Estate”. Nutrizione e trasformazione, neutralità, stabilità ed
equilibrio, umidità, tardo pomeriggio. Organi e visceri associati:
Milza(Pancreas) e Stomaco.
A
questo punto, definita brevemente la Teoria dei 5 Movimenti, passiamo a dare
un’occhiata a ciò che rappresenta il Kata per il Karate Do e proviamo ad
individuare il significato dei 5 Kata Heian, per vedere se e come poterli
associare al ciclo di mutamento della Medicina Tradizionale Cinese.- Kata
In giapponese la parola “Kata” ha due significati principali:
- Forma: etimologicamente “tracciare con il pennello una somiglianza esatta”;
-
Stampo: etimologicamente “forma originale fatta di terra”. Come il precedente
anche questo ideogramma ha, da molto tempo, il significato di “traccia lasciata”,
“forma ideale”, “legge, “abitudine”.
La
parola Kata evoca dunque l’immagine di una forma ideale da riprodurre , ma non
avendo equivalenti nel pensiero occidentale, la nozione che racchiude resta
intraducibile.Il Maestro Kenji Tokitsu propone una definizione di partenza di ciò che il Kata rappresenta nelle Arti Marziali: “sequenza composta da gesti formalizzati e codificati, sottesa da uno stato di spirito orientato verso la realizzazione della Via (Do)”. Per la cultura nipponica “realizzare la Via” è raggiungere la tecnica perfetta, che è quella dell’uomo perfetto.
Il
Kata è, dunque, retaggio della tradizione e giunge al praticante tramite il
Maestro; visto da fuori rappresenta una sequenza di tecniche marziali
coordinate in uno schema di combattimento predefinito contro uno o più
avversari immaginari, interiormente, invece, è uno strumento di arricchimento
personale, un faro che illumina il cammino sulla Via.
L’acquisizione
del Kata, la sua interiorizzazione passa attraverso tre fasi:
-
Schema: comprensione della corretta sequenza delle azioni;
-
Forma: una volta imparato lo schema, bisogna “riempirlo”: il giusto ritmo, la
giusta intensità, la presenza di spirito, il “Kime” (manifestazione del Ki,
energia vitale);
-
Efficacia: ultimo step è donare sostanza alla forma, farcirla con la propria
personalità e renderla reale, pulendola da tutto ciò che ne possa bloccare
l’efficacia. Quest’espressione nascerà spontanea da un’attenta e costante
pratica; è il tendere alla “realizzazione della Via”.
Il
Kata, quindi, deve aiutare a realizzare in forma perfetta un insieme di
movimenti trasmessi dalla tradizione. Questo orientamento si ritrova in ognuna
delle arti tradizionali giapponesi. La perfezione ricercate si ottiene grazie
all’unione di tecniche gestuali e di una predisposizione di spirito che
consiste nel seguire la Via. Nel KarateDo, l’essenziale del sapere è condensato
nei Kata.
- I
Kata Heian
Nebulosa
e molto coinvolgente la storia di questi 5 particolari Kata. Ci stiamo riferendo, ovviamente, ai Kata Heian dello stile di Karate “Shotokan” del Maestro G. Funakoshi.
Heian:
“pace dello spirito”. Il termine deriva dall’unione di due parole: Heiwa e
Antei (pace e tranquillità) e, al fine di rendere evidente questo significato,
iniziano tutti con una parata). Si trovano anche in altri stili (con piccole
differenze) con il nome originario di Pinan.
Ecco.
A questo punto è opportuno aprire una piccola parentesi.
I Kata
Heian/Pinan fuoro creati da un Maestro Okinawense di nome Itosu Anko, verso la
fine del 1800 con lo scopo di modernizzare il Karate dell’epoca (metodi di
allenamento datati e poco organizzati) e renderlo adatto ad una società in via
di sviluppo. Il nome di Pinan, venne modificato qualche anno più tardi dal
Maestro Gichin Funakoshi (studente di Itosu) durante l’introduzione del Karate
in Giappone.
L’idea
di Itosu era dunque quella di una riorganizzazione della caotica introduzione
al Karate dei principianti, semplificando al contempo la transizione verso i
Kata di livello avanzato classici di Okinawa (Passai, Naifanchi ...); un’idea
ambiziosa, geniale e coraggiosa che permise al Maestro di fare qualcosa che mai
era riuscita a nessuno: all’inizio del 1900 venne chiamato ad insegnare Karate
a scuola.
La
campagna di Itosu (e del suo allievo, Funakoshi) culminò nell’inclusione del
karate tra le attività fisiche ufficiali del sistema scolastico di Okinawa, per
poi diffondersi in tutto il Giappone “continentale”, dando vita a club
scolastici universitari, gare, metodi di insegnamento di massa, gradi, cinture,
stili nuovi e diversi, ecc ... ed in seguito in tutto il mondo.
Evidenziata
l’importanza epocale e il significato storico/sociale di questi Kata, torniamo
per un attimo al nome.
Come
ho ricordato in precedenza in genere il termine Heian viene tradotto con “Pace
dello Spirito o con Pace e Tranquillità” o, da qualcuno con “Menta Calma”;
questo è ciò che si trova più spesso in letteratura. Recentemente da una
ricerca del Maestro Jesse Enkamp, è possibile far risalire l’originario kanji
cinese Pinan al termine “Pingan” che significa “Esser protetti dal pericolo”,
“oppure Stare al sicuro”. Analizzando questa ultima definizione acquista altra
luce la dichiarazione del Maestro Funakoshi, secondo il quale bastava
apprendere i 5 Kata Heian per avere delle basi di difesa personale; intanto
probabilmente il Maestro intendeva entrare nel profondo del Kata, studiarlo e
comprenderne il senso fino in fondo e non semplicemente eseguirlo correttamente
e poi, forse, questo poteva garantire una certa “protezione” dagli attacchi
degli avversari.
La
ricerca in questo ambito è molto interessante, ma tutto sommato, qualunque sia
il significato inteso dai Maestri, non cambia il fatto che quotidianamente ci
si debba mettere al lavoro e seguire la nostra (ognuno la propria) “Via” e,
come diceva Miyamoto Musashi “Praticare senza tregua”.
Anche in questo caso, storia e leggenda si fondono e un alone di mistero cala sui protagonisti della nostra storia. Pare che i Maestri Itosu e Funakoshi oltre ad essere valenti studiosi di Arti Marziali, coltivassero un intenso interesse per lo studio dei classici cinesi; i 5 Kata, per qualcuno estrapolati dai Kata superiori Kushanku e Passai (Bassai), per altri derivati dal Kata Channan (forma imparata da Sokon Matsumura, Maestro di Itosu, presso il tempio Shaolin), vennero ideati e “assemblati” seguendo alcuni principi dettati da una cultura filosofica di chiara matrice cinese ed olistica.
Alcune
ricerche riferiscono che i 5 Kata Heian siano stati progressivamente improntati
secondo la Teoria dello Yin/Yang, della quale il maestro Funakoshi era (pare)
accanito studioso.
Alcuni
storici del Karate si spingono a ritenere che i Kata dispari (Heian Shodan,
Haian Sandan e Heian Godan) abbiano, per posizioni e per ragioni tecniche,
caratteristiche Yang, mentre quelli pari (Heian Nidan e Heian Yondan) caratteristiche Yin (sembra che sia questo il
motivo per cui vennero invertiti i due Kata Heian Shodan e Heian Nidan
dall’antica sequenza Pinan). Non entro nello specifico; io non mi spingerei a
tali affermazioni che sono, comunque, tutte da approfondire.
Però.
Allora
forse il nostro Maestro aveva ragione (ha sempre ragione) ... gli antichi Maestri hanno proprio scelto
il numero 5 per i Kata Heian per associarli ai 5 Movimenti?
È una
scommessa che possiamo rischiare di giocare.
Quando
il Maestro propose il “gioco”, questi furono i miei abbinamenti:
-
Heian Shodan – Acqua
-
Heian Nidan – Fuoco
-
Heian Sandan – Terra
-
Heian Yondan – Legno
-
Heian Godan – Metallo
Oggi,
dopo aver approfondito sia lo studio dei Kata, sia quello della MTC:
- Heian
Shodan – Acqua- Heian Nidan – Legno
- Heian Sandan – Terra
- Heian Yondan – Metallo
- Heian Godan – Fuoco
Domani,
chissà?
Bibliografia:
Tapenshu
– Funakoshi Gichin a cura di P. McCarthy – International Ryukyu Karate Research
Society – 2016Il Sogno del Karate – Funakoshi Gichin – Ed. Mediterranee 2010
Storia del Karate – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Kata – Tokitsu Kenji – Ed. Luni 2017
Karate Do La via della Mano Vuota a Finale Ligure – AA.VV. – Stampato in maniera indipendente – 2012
Fondamenti di Medicina Tradizionale Cinese – Bottalo-Brotzu – Xenia edizioni – 2018
I Fondamenti della Medicina Cinese – Maciocia – Ed.Edra – 2017
Sitografia:
www.karateka.it
www.karatechiari.com
www.karate-do.it
www.karateivrea.it
www.karate-shorin-ryu-piemonte.webnode.it
Immagini tratte da:
www.iobenessere.it
www.karateportotorres.it
www.karateka.it
www.ilguerriero.it
www.visionealchemica.com
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