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giovedì 31 dicembre 2015

Apprendimento Motorio vs Allenamento Funzionale



Vorrei vivere un 2016 meno “Social” e più “Sociale”.
Vorrei vivere un 2016 meno “Selfie” e più “Self Made”.
Vorrei vivere un 2016 meno apparenza e più sostanza.
Vorrei vivere un 2016 dove l’informazione e la formazione seguano canali e criteri scientifici, accurati, aggiornati.
Vorrei vedere un mondo che studia per migliorarsi, per crescere, per ritrovare un equilibrio.
Il nostro 2016 seguirà questi desideri, abbiamo cambiato marcia e scelto il nostro ritmo di crociera, ritmo che non ha le apparenti forza e velocità dei guru medico-alimetaristici, che non segue le aberranti mode dei personal trainer-coach-tutor spopolanti un po’ ovunque, ritmo però costante, martellante, la goccia che poco per volta sgretola la roccia, ritmo inesauribile di chi investe di passione e voglia di fare il proprio modo di vivere, ritmo di chi gode per quello che offre, indipendentemente da ciò che ne ricava.
Come ultimo pezzo dell’anno, un argomento che ci sta particolarmente a cuore, che per ovvi motivi verrà qui ridotto all’essenziale, ma che è già più che sufficiente per poter affermare, con orgoglio e soddisfazione: “Solo da StileLibero …”, perché è facile buttarsi sulla tendenza del momento e scopiazzare due video menandosela da fighi mentre ben più difficile è costruire una propria competenza un passo alla volta, con studio, abnegazione, esperienza. Strada senz’altro molto più ardua, ma sicuramente più ricca di soddisfazioni.
Allenamento funzionale, ne parlano tutti, lo praticano tutti, tutti ne conoscono i segreti. Con supponenza ed arroganza. “Si fa così”, nessuna possibilità di replica. “Perché si fa così?” boh, quello non lo sa nessuno: il tipo grosso sulla rivista faceva così, quello atletico nel video faceva così. Nessun dubbio (ed è questa la cosa che più mi spaventa): è così, non c’è un perché. “Meglio usare i pesi piuttosto che le macchine, come il TRX non esiste nulla, meglio i manubri dei bilancieri …” tanti blabla, che possono anche avere un fondamento, ma in generale, non è importante saperlo, non chiediamoci perché, facciamo così e basta.
Peccato che invece i perché ci siano e che spesso quello che “si fa così” andrebbe invece fatto in tutt’altro modo.
Viviamo con i nostri dubbi in un mondo ricco solo di certezze, e ne andiamo fieri. Il dubbio vuole ricerca, studio e mettersi in discussione. Ed è quello che ci piace fare.
Dedicato a tutti i trainers usciti dalla “Facebook Universtity”:
APPRENDIMENTO MOTORIO VS ALLENAMENTO FUNZIONALE
Il movimento è necessario alla vita. La vita stessa come la concepiamo è diretta funzione del muoversi. Non c’è vita senza movimento. Mantra ripetuti da tutti alla nausea, l’uomo come tale costruito in milioni di anni dal movimento, per il movimento. Uno degli scopi principali della rappresentazione interna del mondo esterno creata dai sistemi sensoriali è quello di guidare il movimento. I sistemi sensoriali sono le vie di ingresso del sistema nervoso centrale e trasformano l’energia fisica degli stimoli in segnali nervosi, mentre i sistemi motori usano i segnali nervosi per generare movimento. Per dirla alla Sherrington: “I motoneuroni (cellule nervose che, essendo in contatto con quelle muscolari, trasmettono loro informazioni dal sistema nervoso centrale, convertite così in movimento) costituiscono la via finale comune del sistema nervoso”.
Uno dei compiti fondamentali dei sistemi motori è quello di selezionare la risposta appropriata ad ogni momento e di indirizzare su quell’azione tutto il complesso apparato che realizza il movimento. Questa frase riassume un po’ l’essenza del nostro “essere movimento” e definisce ulteriormente quello che andiamo a proporre quando parliamo di allenamento funzionale, un qualcosa che possa amplificare e rendere sempre più fine, precisa, puntuale e mirata la risposta del nostro organismo.
Facciamo un passettino indietro … Parlando di sistemi sensoriali, oltre a riferirci ai classici 5 sensi di Aristotelica definizione: tatto, vista, udito, gusto e olfatto, teniamo in precipua considerazione anche un “sesto” senso (che non ci fa “vedere la gente morta”, come nel film con Bruce Willis, ma bensì ci aiuta a sentirci ancor più vivi), forse il più importante di tutti per quel che riguarda il movimento: la propriocezione, il senso che continuamente ci tiene informati sulla posizione del nostro corpo.
Incominciamo a collegare tutti i fili: le informazioni sensoriali sono necessarie per il controllo motorio (e quindi per il movimento), i propriocettori dei muscoli (recettori propriocettivi, della propriocezione), delle articolazioni e dell’apparato vestibolare informano sulla lunghezza e tensione muscolare, sugli angoli articolari e sulla posizione del corpo nello spazio, la vista, l’udito ed il tatto forniscono informazioni sugli oggetti e sull’ambiente che ci circonda e sui rapporti tra il nostro corpo e questi oggetti; entrambi i tipi di informazioni sono essenziali per la pianificazione dei movimenti e per il loro controllo in corso di esecuzione. Affascinante, no? Adesso cominciate a giudicare un po’ diversamente un piegamento sulle gambe con spinta verso il soffitto di una palla, fatto con i piedi sul pavimento o con i piedi su di una pedana instabile, vero?
Cerchiamo di rimanere il più possibile sul generico evitando di addentrarci troppo nella neurofisiologia, ma allo stesso tempo proviamo a dire qualcosa di interessante.
Spesso viene facile indagare il movimento basandosi solamente su quella che è l’azione del muoversi; nella realtà, invece, l’azione è intimamente legata alla percezione, anzi, possiamo dire che sono interdipendenti: agiamo perché percepiamo e percepiamo grazie all’azione: la percezione non è solamente, quindi, interpretazione dei messaggi e delle informazioni sensoriali, ma anche simulazione interna dell’azione. Sarebbe interessante approfondire, proprio su questo argomento, l’interessante capitolo su neuroni specchio (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Neuroni_specchio ), ci riproponiamo di farlo, vista la complessità dell’argomento, in occasioni future.
Torniamo a noi. Come vengono integrate le informazioni sensoriali con i comandi motori? In tre livelli organizzati in modo gerarchico e in parallelo:
1.       Il midollo spinale
2.       Il tronco encefalico
3.       La corteccia cerebrale
Le aree motorie della corteccia cerebrale possono influenzare il midollo spinale sia direttamente che attraverso i sistemi discendenti del tronco dell’encefalo. Tutti e tre i livelli dei sistemi motori ricevono segnali afferenti sensoriali e vengono influenzati da due sistemi sottocorticali indipendenti: i nuclei della base ed il cervelletto che agiscono sulla corteccia cerebrale per il tramite di nuclei di trasmissione talamici.
Come è complesso un qualcosa di così “semplice” ed immediato come un movimento. Come prendono tutt’altra piega gli allenamenti che fate, vero?
Tre possono anche essere considerate le principali categorie di movimento, rappresentate dalle attività motorie:
1.       Risposte riflesse: per esempio risposte a stimoli dolorifici, o il riflesso patellare … in genere risposte rapide, stereotipate, involontarie
2.       Attività motorie ritmiche: come il cammino, la corsa, la masticazione. Possiamo considerarle un mix tra risposte riflesse e atti volontari
3.       I movimenti volontari: sono intenzionali ed in buona parte appresi e la loro precisione aumenta con l’esercizio (con l’allenamento). Più sono perfezionati con la pratica, minore partecipazione cosciente richiedono.
Non mi dilungherei oltre, mi premeva porre l’accento sulle basi di quella che è l’organizzazione del movimento e di come esso sia veramente un meccanismo unico e complesso. Il “banale allenamento” o il “semplice fare movimento” non hanno nulla di banale e semplice, ma sono, come abbiamo detto, il risultato di un’ottimale sincronizzazione dei diversi sistemi interessati.
Gli elementi del repertorio motorio individuale dipendono dal costituirsi e dal consolidarsi di circuiti anatomo – funzionali tra le cellule del sistema nervoso. La grande plasticità del SNC fa si che alcuni di questi circuiti si formino nel tempo e altri si perdano in base ad un processo di selezione delle connessioni nervose, legato all’interazione di ciascun individuo con il proprio ambiente (e perché no, anche grazie all’allenamento o al non allenamento). La conseguenza di questo costante rimaneggiamento del SNC è che la costituzione di un patrimonio motorio vasto e duttile dipende dall’attivazione e dalla conservazione di una grande quantità di circuiti nervosi nei tempi e nei modi in cui questo è possibile. Poiché l’attivazione di circuiti motori è frutto dell’azione (esperienza di movimento: allenamento), ne segue che quanto più questa è ricca e variata, tanto più ampio è il repertorio motorio e tanto più è “funzionale” l’approccio alla quotidianità.
Capite dove volevamo arrivare? Non è tanto l’effettuare un gesto od un gruppo di gesti a rendere “funzionale” un allenamento (quindi creatore di un repertorio motorio ampio), ma la gestione di una miriade di informazioni motorie, l’interiorizzazione delle stesse e il transfer del risultato sul quotidiano. Questo è quello che cerchiamo di fare (Solo da Stile Libero … ricordate?) ogni volta che proponiamo un allenamento. Questa non è moda, non è tendenza, è sfruttare le proprie conoscenze rendendole fruibili a tutti. Allenamento funzionale, dunque. Niente di modaiolo, semplicemente il raggiungimento di una qualità motoria che sia spendibile il più possibile nella quotidianità, creando un bagaglio di “nozioni motorie” e permettendo un ottimale apprendimento motorio delle stesse cercando di lavorare su quella che possiamo definire “neuro plasticità”.
Quindi l’apprendimento motorio può essere definito come una forma di condizionamento dei legami sinaptici (della comunicazione tra le cellule) che porta alla creazione di nuove interconnessioni di sistemi neuronali specifici al movimento. L’allenamento funzionale che intendiamo noi esegue uno step ulteriore, trasferisce questo apprendimento motorio alla vita di tutti i giorni e/o all’obiettivo specifico di chi lo esegue.

“Muovere le cose è tutto ciò che il genere umano può fare; … a tal fine l’unico esecutore è il muscolo, sia per bisbigliare una sillaba che per abbattere una foresta”. C. Sherrington 1924

SL.A.

Bibliografia e letture consigliate
Fondamenti delle neuroscienze e del comportamento – Kandel, Schwartz, Jessel – Casa Editrice Ambrosiana – 1999
Fisiologia dell’uomo – Alloatti et al. – Edi-Ermes 2002
Biologia dello sport – Weineck – CalzettiMariucci – 2013
Fisiologia dell’esercizio fisico e dello sport – Wilmore, Costill – CalzdettiMariucci – 2005
Testo illustrato di neuroanatomia – Crossman, Neary – Springer – 1998
Lotta e sorridi – Fedeli – Sperling&Kupfer – 2015 
Immagine tratta da:

www.attivamentelab.it

2 commenti:

  1. Ha il Testo illustrato di neuroanatomia di Crossman? Sto cercando da tempo questo libro e sono interessato all'acquisto. Grazie.

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    1. Mi spiace, possiedo il testo, ma non intendo venderlo. Grazie

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