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domenica 28 novembre 2021

KARATE DO - SHŌ MON DO

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“Sei Respirazioni” intima il Maestro.
_ Amore
_ Conoscenza
_ Osservazione
_ Cammino
_ Armonia
_ Liberazione
I gesti, scolpiti nella memoria, semplicissimi, ma mai eseguiti perfettamente, o meglio, con la perfezione che il Maestro richiede, avvolgono il Dojo in pochi istanti di liturgica sacralità. Credo che solo l'esecuzione dei Kata abbia un impatto maggiore sul mio sistema limbico: il risveglio di rettiliane emozioni, il rumore di antiche battaglie, le mani che si infiammano, il cuore che, nonostante acceleri, infonde una profonda calma e una marziale sicurezza.
Inizio il rituale ad occhi chiusi. Cerco di coordinare il movimento delle braccia con quello del diaframma e, mano a mano che le tensioni calano divento tutt’uno con l’azione.
_ Amore: abbraccio me stesso con l’intenzione di avvolgere il mondo intero. L’Amore è la base del Karate Do inteso come via di perfezionamento personale - Nell’Arte Marziale che deve educare l’uomo non può esistere il nemico, non può esistere l’avversario. Quest’Arte Marziale è diventare tutt’uno con l’universo, non ha il fine di diventare più forti o di proiettare lontano un rivale. Noi ci alleniamo nella speranza di essere utili a qualcuno, nell’idea di portare la pace intorno a noi (M.Ueshiba) - e il gesto che lo rappresenta, nella sua morbidezza, racchiude l'energia di un esplosione interiore, un perfetto connubio tra polarità sensoriali solo apparentemente distanti. L’Amore è una forza terapeutica.
_ Conoscenza: sollevo le braccia e il mio respiro fino al Cuore e, per qualche istante, lì lo deposito. Lascio che si espanda e coinvolga ciò che l’essenza dell’organo rappresenta: la Mente (Shen), un’entità sottile e immateriale che diventa intelligenza, saggezza, percezione, non solo verso il Karate, ma coinvolgendo la vita stessa. - Il Karate è uno studio che dura tutta la vita (K. Mabuni) -. La conoscenza eleva lo Spirito.
_ Osservazione: un grande cerchio, Ensō (円相), che si chiude (o forse prova a chiudersi) sul volto, a simboleggiare l’illuminazione, la forza e l’universo. Gli occhi per guardare il percorso, ma anche per guardarsi dentro, per comprendere e per comprendersi durante il viaggio. Esce aria e entra consapevolezza. - Prima di studiare l’Arte, un pugno per me era soltanto un pugno e un calcio soltanto un calcio. Dopo aver studiato l'Arte, un pugno non era più un pugno e un calcio non era più un calcio. Adesso che ho compreso l’Arte, un pugno è tornato ad essere soltanto un pugno e un calcio soltanto un calcio. La cultura porta alla semplicità. La mezza cultura porta alle complicazioni (Bruce Lee (李小龍,Lǐ Xiǎolóng Lee Jun-fan) -. Osservare permette di crescere.
_ Cammino: le mani, lentamente, arrivano agli occhi e si aprono a mostrare la Via, il Do. - In giapponese “Do” significa “la Via”. Come praticare questa via? Attraverso quale metodo la si può ottenere? Non soltanto attraverso una tecnica e ancor meno attraverso una competizione sportiva. La Via del guerriero”, il BuDo, include arti come il Kendo, il Judo, Il Karate Do, l’Aikido e il Kyudo, eppure, l’ideogramma “Bu” significa, tra l’altro, “interrompere, arrestare la lotta”. Poiché nel BuDo non si tratta soltanto di competere, ma di trovare la pace e il dominio di sé (T. Deshimaru) -.La scelta di questo percorso rivela il carattere di chi la compie; è scoperta, attraverso la comprensione (o presunta tale) delle possibilità del nostro corpo (leggasi corpo-mente) del proprio coraggio, abnegazione, spirito di sacrificio, desiderio di crescita. Un percorso condiviso, ma affrontato nel silenzio della propria essenza, un viaggio in compagnia, ma svolto in solitudine, nel pieno rispetto di una pseudo dicotomia Yin/Yang che in effetti dicotomia non è, piuttosto alternanza e integrazione. Ecco, il Cammino è integrazione e allo stesso tempo è evoluzione.
_ Armonia: dagli occhi le mani scendono in basso per poi disegnare, due cerchi sovrapposti, uno salendo per fuori alto e l’altro scendendo sullo stesso percorso, quindi collegati tra loro. Ed è proprio questo collegamento che crea il concetto di “Armonia”, anche etimologicamente, riferendosi ad un fare parte (collegarsi, appunto) di ciò che ci circonda, dunque anche al concetto profondo del termine Salute, come stato di legame benefico e completa sintonia con l’Universo intorno a noi. Armonia è vedere la bellezza dell’anima (la nostra e degli altri) e la bellezze delle cose, “Wa” (和), in giapponese (Armonia, appunto, ma anche ciò che è giapponese, o stile giapponese) rappresenta una grande lezione che ci insegna come la bellezza, la gioia e il senso civile si costruiscono con grande impegno, attraverso lavoro continuo su di sé, imparando ad essere pazienti, facendo le cose con cura, amorevolezza e apertura di cuore (Magokoro), mai a discapito degli altri, perché la felicità sostenibile deve essere un progetto comune - Se il vostro avversario vi attacca con impeto, ricevetelo con leggerezza. Se vi attacca con leggerezza, ricevetelo con leggerezza (K.M.) -. Armonia come partecipazione.
_ Liberazione: le mani si uniscono in basso e, decise, puntano al cielo, fino al massimo allungamento consentito mantenendo fluidità di movimento, per poi aprirsi in un grande cerchio che si chiude in basso. Si strappa un velo e si guarda oltre; si eliminano i paraocchi ampliando la visione e, finalmente, tutto appare più chiaro. O forse nuove domande compaiono all’orizzonte, domande che non hanno risposta se non praticando. Praticando Karate Do, cioè Amore, Conoscenza, Osservazione, Cammino, Armonia, Liberazione. - Io potrei correggerla, se lei volesse. Devo aver annuito, perché lui proseguì chiedendomi se fossi capace di “Chi Ku”, masticare amaro, l'espressione cinese che significa sopportare la sofferenza. Mentendo risposi di sì. Mi chiese se avessi paura del dolore. Mentendo di nuovo, risposi no. Vuole? Domandò. Voglio, risposi. E diventai suo allievo (M.S) -. Liberazione è un obiettivo, liberazione di un gesto che libera una Vita.
SHŌ MON (生門) a questo punto diventa qualcosa in più di una “scuola di Karate”, diventa un vero e proprio DO (道), un Cancello della Vita che si apre verso un cammino personale di ricerca profonda oltre che di apprendimento, una strada costellata di mille difficoltà, ma di una semplicità disarmante, nel pieno rispetto di un’alternanza tra due fasi di un movimento ciclico, infinito; un punto di appoggio concreto, in un mondo che ricerca l’astratto - L’efficacia di una tecnica non può essere rappresentata dalla sua apparenza (S. Egami Sensei) -.
Fede

L'immagine rappresenta il Dojo SHŌ MON e mi appartiene

NERVO VAGO

L'Osteopatia si fonde, per definizione, con il concetto di Salute. L'Osteopata con un uso sapiente della propria conoscenza, sensibilità (tattile, ma non solo) e del proprio intuito può aiutare in molti modi i propri pazienti a "stare meglio". Uno di questi modi è instaurare un dialogo con il Nervo Vago … Proviamo a vedere il perché.


Il Nervo Vago, X nervo cranico, aiuta a regolare una vasta gamma di funzioni corporee necessarie a mantenere l'omeostasi. 

Questo nervo, principale componente del sistema vegetativo parasimpatico, non è un unico nervo, ma un sistema a doppio senso di comunicazione tra strutture viscerali e cervello; esso regola la risposta dell'individuo all'ambiente, permettendo all'individuo di monitorare continuamente i parametri omeostatici e metabolici, determinando così la capacità di modulare la risposta agli stimoli.

Quindi il Vago è qualcosa di più complesso che l'antagonista del simpatico; non agisce come singola via neurale bensì, secondo la teoria polivagale di Porges, i due rami, ventrale e dorsale, originando in punti differenti, hanno funzioni molto diverse tra loro. Il ramo ventrale origina precisamente dal nucleo ambiguo del lato ventrale del tronco encefalico. Il ramo dorsovagale ha origine dal pavimento del IV ventricolo cerebrale.

Il ramo ventrovagale agisce insieme ad altri quattro nervi cranici (V, VII, IX, XI) ed è mielinico. Il ramo dorsovagale, il più antico dei due è amielinico.

Diversamente dal sistema simpatico che permette una mobilizzazione estrema per facilitare la reazione "combatti o fuggi", entrambi i rami del Vago possono provocare "l'immobilità". Tuttavia, il ramo ventrovagale e il ramo dorsovagale producono rispettivamente due stati di immobilizzazione molto differenti, basati su due tipi molto diversi di attività fisiologica. 

Quando il ramo ventrale e i quattro nervi cranici associati funzionano nel modo corretto, si sperimenta l'auspicabile stato di "coinvolgimento sociale" (social engagment). Per essere "socialmente coinvolti" dobbiamo sentirci al sicuro, senza dover superare o evitare qualsiasi minaccia esterna combattendo o fuggendo; oltre a ciò dobbiamo essere fisicamente in salute. In questo stato possiamo permetterci di rimanere immobili senza paura (rilassati). Possiamo mantenere un atteggiamento attivo e vivace senza collassare né, al contrario, sentirci sovraeccitati. Viene favorito il recupero e il riposo, assicurando che siano presenti i presupposti fisiologici per la salute fisica ed emotiva, l'amicizia, la cooperazione, il sostegno reciproco …

Il ramo dorsale agendo individualmente, provoca uno stato di "collasso" (shutdown) metabolico. Grazie ad esso gli animali possono ridurre i livelli di attività delle loro funzioni vitali e preservare le energie: una sorta di "immobilizzazione con paura", siamo impauriti ma non facciamo nulla per affrontare il pericolo o scappare; semplicemente ci arrendiamo. Quando questa attività diventa cronica, la sua controparte emozionale è caratterizzata da sentimenti depressivi.

L'altro stato che coinvolge il circuito dorsovagale è definito "immobilizzazione senza paura" e abbina l'attività nel circuito dorsovagale con l'attività nel circuito del social engagment. Questo stato è appropriato quando ci sentiamo al sicuro e scegliamo di rimanere relativamente immobili, in modo da entrare in intimità con un'altra persona.

In definitiva, secondo Porges, i sistemi adattivi alla paura, si evolvono in senso filogenetico e ontogenetico da una risposta di immobilizzazione (morte apparente), mediata dal sistema dorsovagale, a uno stato di mobilizzazione con risposte di attacco/fuga, mediato dall’ortosimpatico, e da uno stato di inibizione della risposta di immobilizzazione con possibilità di relazione ambientale, mediata dal sistema ventrovagale.

Il sistema ventrovagale influenza anche la funzione immunitaria e intestinale. Il collegamento cerebro-enterico è bidirezionale (gut-brain axis). Il sistema enterico/cerebrale integra le informazioni provenienti dalle viscere e le veicola alla amigdala, alla corteccia prefrontale mediale. Se il sistema di inibizione della corteccia prefrontale mediale non è sufficiente, lo stress prolungato ha effetti deleteri sulla muscolatura liscia dell’intestino e sulla permeabilità di membrana, con alterazione del microbiota.

Da questo breve excursus fisiologico risulta più che evidente l’importanza del Nervo Vago per la Salute, intesa come concetto ampio di qualità del rapporto con l’ambiente e con gli altri piuttosto che come mera assenza di malattia. In un momento delicato e “distressico” come quello attuale, cercare un equilibrio che vada oltre le apparenze dettate da una società sempre più avvelenata e sempre meno vicina alle esigenze di un individuo, considerato proprio etimologicamente “indivisibile”, fatto di corpo, mente, spirito ed emozioni.

L’Osteopatia può aiutare in tutto questo?

Sì, credo proprio di sì.

Come? Per qualunque consiglio puoi rivolgerti al tuo Amichevole Osteopata di Quartiere.😅🙏🏼🌊🧙🏽‍♂️🕸️

Fede

Se siete temerari potete tuffarvi in poche, ma interessanti righe di anatomia.

Il Nervo Vago (X n.c.), detto in passato anche pneumogastrico, si estende dal bulbo fino al disotto del diaframma; durante questo lungo cammino fornisce rami ai visceri contenuti nel collo, nel torace e nell'addome .

Il Vago contiene fibre motrici e sensitive ed è il più importante componente del parasimpatico encefalico: la maggior parte dei centri bulbari parasimpatici entrano nella sua costituzione. Mediante il suo vasto apparato viscerale, il Vago innerva il tubo digerente, il cuore, l'apparato respiratorio. È riconoscibile un componente vagale in tutti i visceri aventi rapporto col celoma, fino allo stretto superiore del bacino.

È, dunque, un nervo misto, costituito da:

_ fibre motrici somatiche (mm faringei, costruttore medio ed inferiore, laringei e parte striata superiore esofagea);

_ fibre pregangliari parasimpatiche deputate all'innervazione eccitosecretrice e motrice;

_ fibre sensitive somatiche (padiglione auricolare esterno);

_ fibre sensitive viscerali (toraco-addominali);

_ fibre sensitive del gusto (calici gustativi e faccia anteriore dell'epiglottide).

> Emergenza: solco laterale posteriore del bulbo.

> Ramificazioni: rami meningeo, auricolare, comunicante con il Nervo Glossofaringeo, faringeo, cardiaci, cervicali superiori e inferiori, cardiaci toracici, bronchiali, renali; tronchi vagali anteriore (rami gastrici anteriori ed epatici) e posteriore (rami gastrici posteriori e celiaci); nervi laringeo posteriore (rami esterno ed interno) e laringeo ricorrente (rami tracheali, esofagei e faringei).

> Distribuzione: cuore, parete dell'aorta e dei suoi grossi rami, ghiandole e muscolatura liscia delle vie respiratorie, dell'apparato digerente (tranne il suo tratto terminale) e di una parte dell'apparato urinario; muscolatura striata della faringe, della laringe e della parte prossimale dell'esofago; seno carotideo, glomo carotideo, mucosa della laringe, della faringe, della trachea, dell'esofago e degli altri visceri toracici e addominali; calici gustativi  della mucosa dell'epiglottide e dell'orofaringe; cute del padiglione auricolare, del meato acustico esterno e della superficie laterale della membrana del timpano.

Il ramo meningeo, tramite filamenti si distribuisce alle meningi.

Riassumendo brevemente, il Nervo Vago, "vaga" letteralmente per il corpo, partendo dal tronco encefalico e arrivando al torace e all'addome, dove regola molti degli organi interni. Esso innerva i muscoli della gola (faringe e laringe) e gli organi della respirazione (polmoni), della circolazione (cuore), della digestione (stomaco, fegato, pancreas, duodeno, intestino tenue mesenteriale e le sezioni ascendente e trasversa dell'intestino crasso) e dell'escrezione (reni).


Testi consultati e per approfondire:

  • Atlas of Human Anatomy and Surgery - Bourgery-Jacob - Taschen

  • Trattato di Anatomia Umana -Testut-Latarjet - UTET

  • Atlante di Anatomia Umana - Anastasi-Tacchetti - Edi Ermes

  • Manuale di Osteopatia Cranio Sacrale - Deidda - Ghedini

  • Vago, il mio nervo più importante - Rosemberg - Macro Edizioni

  • https://mattioli1885journals.com - L’Universo sconosciuto del Sistema Nervoso Autonomo - Articolo a cura di Carmelo Turano e Caterina Podella 2019 


L'immagine è tratta da "Atlas of human anatomy and surgery", da me eseguita nel mio studio professionale e mi appartiene.