Insegnare è un viaggio
interiore; anche allenare lo è.
Sono terapia, nel
senso più originale del termine, assistere, prendersi cura … curare.
Anche l’osteopatia è
un viaggio interiore, è terapia.
Il mio viaggio …
Premessa1: “Non si
insegna quello che si vuole; dirò addirittura che non s'insegna quello che si
sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello
che si è.” Jean Leon Jaurès
Il mio percorso nell’universo
(caleidoscopico) delle scienze del movimento iniziò in maniera decisamente
pragmatica, l’interesse era preciso: il risultato e questo doveva essere
misurabile e certo; l’allenamento, come da definizioni classiche, era il mezzo
per portare l’utente in questione da uno stato (A) ad uno (B) e, se applicato
come da manuale, garanzia di sicuro successo. Performance estetica, fisica, di
salute … poca differenza, la tabella scandiva esercizi, tempi, ripetizioni, un
diario da rispettare pedissequamente, senza se e senza ma.
Stiamo parlando della
preistoria motoria, circa 25 anni fa, un eone, non solo a livello temporale, ma
anche dal punto di vista della conoscenza e della velocità di informazioni, ma …
Cattivi Maestri, un
album rap di Piombo a Tempo – 1995. Più o meno erano quegli anni.
“Quando l’allievo è
pronto il Maestro appare” detto Zen. Non ero ancora pronto e, i miei insegnanti
(ottimi?), non erano maestri. Lavoravo e non capivo, a tutti sembrava perfetto
a me no.
Il movimento come
mezzo e non come fine.
<MATERIA>
Il tempo permette di
acquistare consapevolezza.
La vita regala
consapevolezza.
Bisogna essere bravi
ad accorgersene.
Premessa2: “L’allenamento
non opera su un oggetto, ma sullo spirito e sulle emozioni di un essere umano.
Per agire su sfere così delicate occorrono intelligenza e discernimento.” Bruce
Jun Fan Lee (Lǐ Xiǎolóng)
Mi
soffermerei su – lo spirito e le emozioni di un essere umano – .
Credo che l’essenza
del nostro lavoro come “attivatori del movimento umano” sia il privilegio di
confrontarsi con tale nucleo profondo e personale, interagire con esso e, al
contempo, disegnare un percorso, esplicitato dall’attività fisica, di crescita
che possiamo definire “bidirezionale”, cioè coinvolgente sia chi lo propone sia chi ne beneficia.
L’aspetto migliore di
questa tipologia di approccio è il bypassare l’aspetto puramente “prestativo”
(leggasi risultato immediato) dell’allenamento concentrandosi, invece, sul
percorso, sul cammino, sull’evoluzione globale di una persona che si affida
(quindi, etimologicamente, si consegna) e con la quale si instaura un dialogo
silenzioso, ma ricco di contenuto, una comunicazione con un linguaggio
ancestrale, ma profondamente radicato in ognuno di noi, il movimento.
Questa ricchezza,
spesso ignorata e sacrificata dai professionisti del settore, sull’altare della
moda motoria del momento è ciò su cui un “moderno” allenatore (parola “calderone”,
nella quale facciamo entrare un po’ tutto e tutti) deve investire; movimento
come moneta di scambio per interagire con lo spirito e le emozioni di una
persona e non mero mezzo per una soddisfazione egoistica.
Lo trovo
particolarmente affascinante e coinvolgente: il benessere di una persona come
effetto collaterale principale di un programma motorio che miri, in primis, ad
un coinvolgimento completo della persona stessa e non ad un suo progresso
prestativo; si sposta l’attenzione dalla meta al viaggio e, ad una lettura
superficiale, può sembrare cosa banale,
ma per chi questo lavoro lo vive da sempre, è un salto enorme, un cambio di
paradigma che, oltre a essere in linea con tutte le attualissime evidenze scientifiche
PNEI, apre le porte di un mondo motorio sconfinato.
Il movimento come fine
e non come mezzo.
<MOVIMENTO>
Accorgersi della
consapevolezza acquisita non è sufficiente.
Ci vogliono buoni Maestri.
Premessa3:
"Conosci la tua anatomia e la tua fisiologia, ma quando metti le mani
sul corpo di una
persona non dimenticarti che vi abita un'anima vivente" A.T. Still
Il
rapporto con l’altro, che diventa alterità, mondo esteriore, è l’essenza della
pratica osteopatica intesa come scambio:
dono e ricevo, impongo e prendo, curo e vengo curato.
La quadratura
del cerchio.
Confronto
solo per crescita, assolutamente reciproca, relazione con esperienze
(palpatorie e, perché no, sensoriali) profonde e singolari, un vuoto che
riempie, ma soprattutto percezione della propria presenza senza che questa
interferisca con l’altro, con i suoi movimenti profondi e lenti, come maree;
inarrestabili.
Ed è
una grande vittoria.
“Tutte le cose originano dall’essere, l’essere
origina dal non essere” LaoTzu
Il
movimento non è un mezzo e neppure un fine; e’.
Ed è
fondamentale prenderne atto.
<ENERGIA>
I buoni Maestri hanno
bisogno di buoni allievi.
Tutto diventa, alla
fine anche il mio viaggio, sudditanza alla regola universale (dell’universo)
che mette in legame stretto tra loro Energia, Materia e Movimento. Oltre al
Maestro M., anche il buon Albert Einstein lo ha sottolineato, E=mc^2.
Nel nostro essere così
piccoli e così parte dell’uno totale, l’unica cosa che acquista senso è
proseguire il cammino, guardando, guardando senza fiato.
Fede
“All’interno di questa
vacuità una solida roccia è vacuità” Dogen.
000 001 010 011 100
101 110 111 cit.
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