>LETTERA AD UN ORANGO <
Avrei voluto essere lì con te, la stessa fierezza, lo
stesso sguardo colmo di compassione per chi non capisce, ma comunque carico di
un forza ancestrale, ormai da noi, tuoi cugini prossimi, completamente dimenticata.
Avrei voluto essere lì con te, spalla a spalla, fondermi
e nutrirmi del tuo primitivo coraggio del tuo amore profondo per Madre Terra,
combattere fino ad non avere più braccia, a non avere più gambe, solo cuore,
grande e possente; combattere e, perché no, morire, per una causa che è più
grande della vita del singolo, perché è la vita stessa. Tu lo sai e quel pugno
alla benna del bulldozer ne è fedele rappresentazione; è un urlo di rabbia, un
colpo alla stomaco per tutti noi, seduti nelle nostre comode case, complici di
un abominio distruttivo, denti di un ingranaggio autolesionista ormai lanciato
a velocità folle, inarrestabile.
Avrei voluto essere lì con te, amico Orango, scagliarmi
contro un sistema folle, liberare la mia mente obnubilata dalla finzione che mi
circonda, avrei voluto essere lì con te e alzare il mio urlo primordiale verso
il cielo, sentirmi parte di un mondo che mi accetta senza giudizio, considerandomi
parte di un tutt’uno vivente. Perdonami, se puoi, amico mio. Respiro la tua
stessa aria, bevo la tua stessa acqua, mangio le tue stesse foglie, calpesto la
tua stessa terra, ma non sono come te, non più. Ho perso il mio sguardo
orgoglioso, ho perso la mia voglia di vivere, ho venduto la mia anima al
blasfemo dio denaro, ho lasciato che abusassero del mio coraggio, rendendomi la
pallida imitazione di ciò che ero. Perdonami, amico mio.
Firmato: L’essere Umano.
Oggi sono qui e lacrime veloci segnano il mio volto, il cuore
accelera il battito, la pioggia bagna la pelle e risveglia, almeno in parte la
coscienza: grazie per ciò che sei, per ciò che hai fatto, per ciò che rappresenti.
Combatti il sistema. Sempre.
Fede
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